Si può scommettere su tutto ormai, volete non ci sia una quota che possa premiare chi – come il sottoscritto – punti un paio di centesimi sullo 0 a 0 di Bengals-Jaguars dopo il primo quarto? Qualche esitazione magari l’avrei provata pensando non tanto alla difficoltà di Cincinnati di far punti quanto alla sua facilità di subirne, ma il rischio fa parte del gioco, rischio in questo caso estremamente ponderato. Perché davvero i primi 15 minuti scorrono via senza segnatura alcuna, tra un 4th e goal sull’ultima yarda dei Bengals, bravi a leggere e a ribattere la conclusione al salto di Fournette, due sack di Atkins a Minshew - il secondo pericolosamente vicino alla endzone dei Jaguars -, e con loro anche una metà più o meno precisa dei secondi. Fino a quando Minshew decide di forzare lungo un 3rd e 1 per la presa di Chark sulle 8 avversarie, che Fournette percorre solo fino alla quinta. Lambo va di field-goal dalle 21, svegliando Cincinnati che, nel drive a seguire, non si avvale al meglio di una flag contro Jack e passa la mano, ma nell’altro - che Dalton si gioca a cavallo del Two Minutes Warning – Erickson riceve e scatta fin sulle 20, un tesoretto che dà modo ai Bengals di non far caso alle penalità a danno di Boyd e Hart e a Mixon di afferrare in touchdown il corto esterno del suo quarterback. Anche i Jaguars non si disperano per la False Start di Ogbuhei sulle 39 opposte, guadagnate in soli due down da Conley, se Minshew e Westbrook, che sfodera una super-presa in tuffo, li scortano sulle 11 con un altro colpo netto da 33 yards. Lambo di nuovo al calcio da 3: Cincinnati resta in vantaggio, ma di un solo punto, ed è tutta intenzionata ad allungare ancora, facendoci pure più di un pensiero quando Dalton dirotta Tate nella metacampo di Jacksonville per poi, però, prendere flag contro Mixon che neanche sarebbe troppo grave senza il fumble Boyd-Hayden ricoperto da Harrison. Fournette non manda a vuoto l’occasione risolvendo un 4th corto e due secondi down lunghi (25 yards totali), ma è ancora Lambo a doverci mettere mano – anzi piede – per riportare Jacksonville avanti (9-7). Il minimo dei danni per Cincinnati, abituata a pagare molto di più i suoi errori: e non va male neanche ai Jaguars su un contrattacco-Bengals che, alimentato dalle flag contro Herndon e Jack, necessita dell’ingresso in campo dell’altro kicker per un nuovo cambio di punteggio, il 10-9 Bengals (Bullock dalle 38). Partita che potrebbe andare avanti così per ore, serve che qualcuno la ‘strappi’ da qualche parte: Conley lo ha già fatto a fine secondo periodo, cosa ci rimette a ripetersi a inizio quarto rilanciando almeno tre volte una catch and run da 47 yards e a convertire il touchdown di Cole (parabola a scendere di Minshew in endzone) per il 17-10 Jacksonville? Jack, che fa rimangiare a Dalton un gran servizio a Boyd per l’eliminazione di un 3rd e 17 intercettandolo sulle 10-Jaguars, ma affidando scorrettamente (gli arbitri fischiano a suo e a carico dei Jaguars un Illegal Forward Pass) il ritorno della palla a Harrison, ne segue il verbo, ancora più e meglio di lui Ngakoue e lo stesso Harrison: il primo l’intercetto lo piazza con breve ritorno in touchdown e non chiede aiuto a nessuno per sbarcarci, l’altro sulle sue 28, ma se hai Fournette e Lambo che ci vuole a correrne 60 e a calciarne 26? 27 Jaguars 10 Dalton, cui non basterà portare i suoi a 17 per scampare ad un’altra settimana di critiche.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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