Obiettivo di Adam Gase: recuperare un quarterback qualsiasi che non sia Luke Falk, purtroppo impresentabile a certi livelli. L’aspettativa del coach la condivide tutto l’attacco-Jets, da Bell a Thomas, da Crowder a Montgomery. Se poi il titolare ce la fa prima della riserva meglio. Contro Dallas non si può improvvisare: problemi di partenza anche per Darnold (sack da Quinn dopo 40 secondi), ma vuoi mettere? Con Crowder e Anderson ecco subito la presa delle 17 ospiti, corsa personale – con flag a favore – per le 2 e Bell da lì va dentro senza neanche sporcarsi le scarpe. Ma non vuol continuare a far brutte figure neanche la difesa: si arrangia nei limiti su un super-Elliott (Maher dalle 50 per il 3-7), limiti che invece Fatukasi, Adams e il redivivo Quinnen Williams superano - imponendo un doppio stop consecutivo a Elliott e Prescott - su un 3rd e 2 che diventa solo un 4th e 1 che, a sua volta, resta tale. Anche questo aiuta l’esecuzione-ok del lungo di Darnold dalle sue 2, la presa volante di Anderson 47 yards più avanti e la fuga solitaria verso il touchdown del 14-3. Do ut des che New York ripete (Adams ferma Jarwin su un 3rd e 2, quindi Darnold-Thomas-Griffin a bruciare in soli 3 giochi tutta la metacampo texana senza impedimento alcuno), Gallup e Jarwin, ricevendo da Prescott, portano Maher al field-goal (dentro) dalle 62 e Dallas in spogliatoio a rimuginare su un -15 fratello gemello del -18 se la squadra non cambia, nel secondo tempo, testa e marcia, magari prendendo esempio dall’unico in maglia bluargento (Elliott) ad essersi meritato fino ad allora lo stipendio mensile. Anche NY si aspetta di vedere all’opera altri Cowboys, magari non così presto però: Elliott ancora a mille, Gallup sulle 20 e Jarwin in endzone per un touchdown annullato dall’interferenza offensiva di Wilson. Maher ancora a segno da 3 per il 9 ma non per il 12-21 (sarà l’errore del match per Dallas) dopo l’intercetto di Lewis a Darnold. Solo un field-goal fatturato in un terzo quarto da comando supremo del gioco: ma Dallas ha troppo da doversi far perdonare per potersi attaccare agli alibi di una cabala malevola e di flag avverse, sa di avere comunque indovinato il bivio buono destinazione-rimonta e ne riparte all’esplorazione pur se ha inaugurato l’ultimo periodo con il già accennato -3 di Maher al piede. Sack di Quinn a Darnold, un fazzoletto arbitrale stavolta ‘pro’ (Phillips) e Prescott che se la prende comoda (guadagni brevi con Schultz, Wilson e Gallup) fino alle 13, da dove Elliott sfascia blocchi come Hulk e infila il 16-21. Improvvisa scossa-Jets che si rimette a +8: Ficken dalle 38 dopo due lunghi da 48 yards totali di Darnold per Crowder e Anderson, roba che al Metlife non ricordavano dai tempi del primo quarto, e prima di un diluvio di flag (6, di cui i 2/3 contro NY) che apre il cielo solo al sole-touchdown di Prescott (run breve), attaccato con rischiosa aggressività da Adams sul passaggio incompleto per la conversione fallita di Witten. Thomas blocca in due riprese il kick rasoterra di Maher a 43 secondi dal termine. Vincono i Jets 24-22.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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