Se tutto fila dritto ok, altrimenti giocar bene e vincere di qualità e superiorità non sembra interessi molto ai Baltimore Ravens. Sforzi supplementari solo se serve, poi si torna ad adattarsi agli avversari, che se sono Cardinals o Bengals tanto meglio, si fa meno fatica. L'importante è non spaventarsi se Brandon Wilson riporta in touchdown (92 yards) un pur ottimo kickoff, c'è tutto il tempo per avvertire quellidi Cincinnati che, se tirano troppo la corda, saranno costretti a correre dietro a Ingram e Jackson, quest'ultimo solo nel drive del 7 pari oltre 50 yards, per tutta la partita. Si convincono subito i Bengals e si adagiano sulla consolazione di un match dignitoso e basta: Edwards, Andrews e Boykin partecipano alla kermesse velocistica (Baltimore ci dà dentro anche con i ricevitori) scortando Re Ingram al traguardo del 14-7 e se Vigil, Bates o Webb per una volta sbarrano il portone della endzona c'è Tucker a trasformare il field-goal di quota 17. Cincinnati, se vuole immischiarsi in questioni che non paiono riguardarla, quelle 92 yards di ritorno iniziale non deve mandarle sprecate: è, da allora, ubbidiente al guinzaglio dei Ravens, ma dovesse trovare in qualsiasi modo e momento punti, la tesi del pronostico facile si potrebbe andare a ridiscutere. Dalton, con Erickson e Mixon, riveste d'orgoglio i suoi che con Eifert, e un challenge a favore, sbarcano sulle 37 di Baltimore. Per Humprey - e Judon che tocca prima di lui il pallone - si è cincischiato abbastanza: intercetto con ritorno da 14 yards e la sorte che si mette di mezzo pro-Bengals su una collisione Andrews-Wilson. Vigil afferra l'ovale incustodito, Tate e Boyd - che senza l'intercetto di prima probabilmente sarebbero stati convocati da Dalton di lì a poco - dicono in ritardo ma a voce decisa la loro, a differenza di Bernard e Mixon, stoppati dentro le 5 da Clark e McPhee. Bullock sentenzia dalle 22 (10-17), Baltimore si adegua ancora (field-goal palo-dentro di Tucker dalle 49 e 23-10 ben più comodo dalle 21) calpestando le stesse, identiche orme percorse con troppi timori dalle zampe incerte dei tigrotti di coach Taylor. E' quanto basta per non sudare troppo e per soffrire ancor meno di quanto non sia stato nell'epilogo della summenzionata e comunque sottocontrollata disfida di qualche settimana fa, sempre su questo campo, con i Cardinals. Che, senza far male, attaccarono comunque per pareggiare: oggi nessun pericolo del genere, nessun finale a sorpresa. Sta bene pure ai Bengals perdere di 6 e a Dalton - appena sackato da Judon - dare a Bernard la palla della catch and run per un touchdown rivisto (e annullato) al challenge per poi segnarlo lui il 17-23 a soli 88 secondi dalla fine.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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