Quando lo staff medico dei Packers gli ha comunicato che Devante Adams non sarebbe stato disponibile per la trasferta di Dallas, coach LaFleur non si è raccomandato alla Provvidenza cullando la difficile speranza che Graham o Valdes-Scantling, in sostituzione… dell’insostituibile titolare, potessero indovinare la prestazione della vita, ma ha pensato ad una alternativa. Trovandola in Aaron Jones, certamente non privandolo delle sue mansioni canoniche di velocissimo e potentissimo sventratore, ma investendolo viceversa - i risultati li potete leggere dentro le prossime due parentesi - del doppio ruolo di wide-receiver (7 completi per 75 yards) e runningback (19 corse, 107 yards e 4 touchdown). Nel confronto diretto con Elliott la ribalta di partenza è del giocatore dei Cowboys (subito giù per 12 yards), Cooper però lo spedisce in panchina sbagliando, a differenza di Alexander che intercetta – con ritorno da 37 - il lancio di Prescott, una presa a ridosso delle 16 di Green Bay, il rivale buca la linea avversaria sfruttando anche l’ottima finta di lancio, ma senza il pallone tra le mani, di Rodgers. Deliziosamente micidiale quando, al contrario, il quarterback ospite l’ovale lo gioca eccome: trasversale stretto da applausi per Lewis, quindi riecco Jones con 18 yards totali in due attacchi e un altro touchdown da immortalare nelle statistiche. Dallas continua a cercare la battaglia aperta, e puntualmente continua a farsi male: Green Bay intercetta Prescott con Sullivan in copertura sull’ex Cobb e lo sacka con Preston Smith. Molto nervosi i Cowboys (Roughing the Passer di Quinn, 15 yards di omaggio agli avversari) e per nulla fortunati quando, su un contatto Lawrence-Rodgers, gli arbitri correggono pro-GB al challenge la prima decisione di fumble ricoperto (da Vander Esch) mandando Scott al punt di allontanamento. A proposito di Vander Esch: sovente dirimpettaio di Jones – e con lui anche altri specialisti, Heath ad esempio, della difesa di Dallas -, ma per ora di fermarlo non se ne parla. Di rallentarlo magari sì, pur se solo al termine di una scorribanda da 44 yards complessive: Crosby può calciare dalle 20 il 17-0. Dallas non impatta neanche il parziale minimo (fuori il successivo field-goal di Maher dalle 54) e, nel terzo quarto, assistendo ancora impassibile all’ennesimo scempio di Jones nel proprio territorio (20 yards + 5 per arrivare al touchdown) sprofonda a -21 e sta per salutare la partita (mezzo intercetto di King) quando Prescott si sveglia lanciando Gallup e Cobb fin dentro le 10 di Green Bay. Irrilevante, tuttavia, una volta qui, il field-goal di Maher e quantomai sciagurato il fallo di Brown su Valdes-Scantling se di là ad Aaron Jones mancano 25 yards per aggiungere l’ultima carta, quella del poker, ad un tris di marcature già servito. 24 gliele procurano Rodgers, Lewis e Kumerow, l’ultima è tutta sua. Packers su di 28, ma è ingiustificabile anche col pretesto di un fisiologico rilascio mentale la facilità con cui Tramon Williams si fa prendere la posizione da Gallup su un lungo di Prescott: la presa facile, il touchdown (del 10-31) anche di più. Ha, invece, ancora da remare Green Bay: Dallas, infatti, risale a -14 (Elliott) tra le polemiche di un perfetto completo di Cooper che gli arbitri vedono a rovescio, con Garrett che si arrabbia di brutto, accollando però in questo modo ai suoi un handicap di 15 yards per condotta antisportiva. Il challenge, così rabbiosamente richiesto dal coach di casa, gli darà ragione e, comunque, i Cowboys il loro touchdown al termine del drive lo segneranno uguale, ma chi potrebbe giurare che quei due minuti abbondanti che Dallas perde per colpa del suo allenatore non avrebbero potuto venir comodi nel finalissimo del match? Proviamo a sommarli ai 7'46" dal termine che i Cowboys hanno a disposizione dopo il -10 (24-34) di Amari Cooper - catch and run dalle 31, anche qui opposizione blanda dei Packers con Alexander e Redmond - pure ipotizzando che Green Bay avrebbe lo stesso intercettato Prescott (con King) e allungato di 3 (34-17 in quel momento) con il field-goal di Crosby dalle 38, nemmeno questo recuperato da Maher, che fallirà il ritorno al -17 dalle 33.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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