Si fanno via via più impegnativi gli allenamenti (pardon, le partite) settimanali/e dei New England Patriots: Giants indeboliti da tante assenze offensive stasera, ma non per questo meritevoli di compassione da chi, di regola, non ne concede neanche di fronte a casi 1000 volte più disperati. Mayo e Tomlinson sbarrano presto l’ingresso di un 4th e 1 a Michel altezza 19 newyorkesi, è Golden invece la successiva spalla dello stesso Mayo nel sack a Brady – con perdita di yards –. Poi l’intercetto – e ritorno fin sulle 30 circa dei Patriots - di Jenkins in replica immediata (20 secondi precisi) a quello di Simon su Daniel Jones. Neanche il replay dà retta a New England ribadendo la pronuncia arbitrale di incompleto su una ricezione di Edelman, e allora a spostare di forza la freccia direzionale della partita verso il Massachussets ci devono pensare prima lo special-team di casa che mura con Bolden il punt di Dixon per il recupero-touchdown sulle 8-Giants di Winovich, quindi Harmon che intercetta ancora Daniel Jones raggiungendo di corsa le 20 di NY. Uno sforzo che l’attacco non sembrerebbe propenso a premiare: falsa partenza di Cannon, poi Brady rimedia ad una sua quasi persa aprendo le ultime 5 a Meyers e Bolden passa l’ultima yarda solo al 3rd e goal. E’ 14-0 Patriots: un parziale ormai abituale nelle loro performance, con una sola differenza di natura cronometrica. Nel senso che rispetto al solito New England ha impiegato qualche minuto in più per svigorire una avversaria di turno ormai, però, evidentemente e inevitabilmente destinata alla medesime fine di tutte le altre (Buffalo esclusa) precedentemente annichilite quest’anno dopo la prima accelerazione. Peccato che New York non sia né Washington né Miami e che Daniel Jones se ne strafreghi di aver lanciato due intercetti in mani sbagliate: Tate, arrivando prima del Jones di casa, Jonathan, ferma sulle 38-Patriots un lancio da 31 yards, va via al placcaggio di Harmon e dimezza a 7, Carter sacka da dietro (con fumble) Brady, con Markus Golden ad agguantare e scappare in avanti dalle ultime 42 al touchdown del pari. Determinatissimi i Giants anche nella gestione di oltre la metà del tempo rimanente per un fondamentale ritorno in spogliatoio sullo stesso risultato di partenza-match: Brady ne attenua l’entusiasmo – caratteristica principale dei fenomeni la disillusione – mettendo di colpo un suo scudiero (Meyers) nelle 30, Edelman e White conquistano porzioni non meno rilevanti di territorio altrui, Michel abbatte come una sagoma di cartone Pierre al culmine della devastante corsa del 21-14, gli arbitri riportano l’azione sull’ultima yarda che Brady varca marcando un touchdown meno-highlight ma parimenti importante. Perché ripartire per altri 30 minuti di guerra impari da un nuovo possesso completo di divario non è per New York la stessa cosa: il terzo intercetto a Daniel Jones (di Ellison) è una coltellata nella schiena che fa malissimo pur se i Patriots, con Nugent - palo - non realizzano il field-goal. Giants ottimi anche qui: non impediscono la 534esima ricezione della carriera a Edelman, terzo Patriot di sempre e ricevono contro due holding, ma tengono New England fuori dalla loro redzone e a 0 punti segnati nel terzo periodo, arrivando di nuovo a sackare Brady dopo 4 minuti del quarto con Ogletree. Moriranno con la palla in mano gli uomini di Shurmur, uccisi dal ritorno da fumble (in touchdown) di Van Noy – che si impossessa dell’ovale dopo il tamponamento Davis-Hillman - dalle 22 ospiti: arriviamo così ad una perfetta corrispondenza numerica di punti-Patriots segnati al 50% da entrambe le metà della squadra di Belichik. Come New England riesca a essere prolifica con continuità surreale anche quando il grosso dell’offensive-team se ne sta seduto in panchina è il mistero di Pulcinella di questo terzo Millennio di trionfi ripetuti. Da cui sgorgano, periodicamente, primati su primati: tre di Edelman (il primo già menzionato, gli altri due riguardano la sua tredicesima da 100 yards e le 5756 ricevute in totale da quando la NFL lo ha accolto nel suo mondo), gli altri c’è bisogno di sottolinearlo a chi appartengano? A uno (Tom Brady, senza fare nomi) che stasera non si meriterebbe neanche chissà che applaus, eppure:
- supera Peyton Manning (davanti agli occhi del fratello) quanto a passaggi completati (6.126, Favre lo aspetta a 6300, Bress – momentaneamente infortunato – a 6.621)
- lancia oltre 300 yards in carriera per la 91esima volta e autografa per la terza due touchdown.
Patriots 35 (6-0 in classifica) Giants 14.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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