In certe partite in cui sono in gioco poste in palio parecchio ambite vince chi sbaglia meno e concretizza di più. In Carolina-Tennessee, cioè, decisamente i Panthers: che cominciano sì con una flag contro Bradberry (pass-interference su Sharpe) e beccano intercetto con Kyle Allen (da Landry, su una palla non tenuta da Wright), ma sackano pure Tannehill (Poe). I Titans, nel frattempo regalano loro un field-goal mettendo fuori con il rientrante Succop dalle 43 il 3-0 che Carolina rovescia a suo favore con Slye dalle 35 e con il fumble di Lewis (giù da Reid con ripresa di Jackson). Intercetto che va, intercetto che per poco va di nuovo (sempre Allen il responsabile, al quale Butler non controlla a dovere un profondo da metacampo), intercetto che viene (Jackson su Tannehill): McCaffrey non lo manda in gloria e, uscendo sull’esterno, porta in touchdown il 4th e 2 del 10-0 e, assieme a Moore e Olsen, tutti i Panthers sulle 12 di Tennessee: Allen, sackato poco prima da Finch, taglia il nastro del 17-0 Carolina lanciando Samuel, dall’altra parte i Titans corrono contro il tempo causa intervallo in arrivo (Davis, Humpries e Lewis), con Tannehill rallentato dal sack di Haynes e Succop che fallisce un altro field-goal (dalle 58).
Valla a raccontare al ritorno a Nashville una partita finora non certo perfetta da parte ospite, ma neanche così disastrosa: perché i Titans sono comunque vivaci con 71 yards di copertura veloce Henry-Tannehill (7-17), un gioco nel quale Carolina, se avvia McCaffrey, è però difficilmente raggiungibile: 27 yards ripartite per il 24-7 e 58 tutte in una volta in reazione ad un altro volitivo appropinquamento-Titans (ottimi Tannehill, Humpries, Brown e Henry, che pedala per le ultime 29): dal 14-24, dunque, al 14-30 Panthers – Cruikshank stoppa l’extrapoint di Slye, che mancherà anche il field-goal di quota-33 discolpando Tannehill dall’intercetto di Boston -. I Titans hanno ancora voglia di discutere sulla legittimità del risultato: bene Tannehill in coppia, volta per volta, con Davis, Brown, Sharpe, nonchè Smith e Raymond, e – da solo – in un’imbucata in endzone che il quarterback di Vrabel potrebbe ripetere anche in conversione, ma si fida più di Humpries (anticipato) che di sé stesso. Il completamento del -8 perciò non arriva, fuori misura anche il -7 al piede di Succop che centra il palo nel field-goal che cristallizza il 20-30 finale.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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