Già rispetto alla pessima stagione scorsa i Green Bay Packers hanno fatto progressi enormi, passando dal prematuro abbandono di ogni speranza di qualificazione ai playoff - addirittura con il carico da undici dell'esonero di Mike McCarthy, un simbolo della franchigia - alla conquista del Championship Game. Merito di una difesa egregiamente rinforzata (i due Smith, Adrian Amos, Sullivan, il rookie Darnell Savage), contrariamente all'attacco che si è dovuto invece arrangiare con gli stessi elementi del campionato prima: un ottimo runningback (Aaron Jones), un altro promettentissimo (Jamaal Williams) e un unico grande ricevitore (Devante Adams), affiancato da diversi buoni (Kumerow, Valdes-Scantling, Tonyan, Lazard) e molto buoni (Allison, Graham) comprimari, valorizzati per quanto possibile, e meglio era difficile fare - dalla classe di Rodgers. Proprio quest'ultimo, riformulando il proprio contratto a fine dicembre, è parso voler venire incontro alla proprietà e alle legittime ambizioni nutrite da chi lo paga. Trasformando in bonus quasi 15 milioni di dollari dei 33.5 annuali che percepirà fino al 2023 compreso, il quarterback californiano ne farà risparmiare ai Packers circa 9 sul totale del salary cap, da investire nell'ingaggio di un bel wide-receiver del livello di Adams. Una mossa che a Green Bay si aspettavano già un anno fa, ma come detto quella appena terminata è stata tutt'altro che una stagione buttata. Perciò, meglio tardi che mai.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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