Ce n’è abbastanza per arrabbiarsi anche oggi, dopo il Monday Night di Green Bay, ma ben poco da rimproverare alla sua squadra per Matt Patricia. Gli avranno dato fastidio i 42 punti subìti, troppi per i suoi gusti tattici, ma come controbilanciare a dovere di questi tempi l’attacco di Minnesota, e interpretare le intenzioni di Cousins che nelle ultime due esibizioni si è rifatta ex novo una reputazione? Idem coach Zimmer che, però, vince e allora può chiudere non uno, ma entrambi gli occhi, non prima di esserseli stropicciati dinanzi al lungo di Cousins che la coordinazione extraterrestre di Thielen afferra ai limiti della endzone e completa bilanciando alla grandissima i piedi del campione gialloviola (che si infortuna). Touchdown di pareggio a quello (il primo di 4) di Marvin Jones – Stafford gli dà palla corta, lui piroetta su Waynes portando dentro l’ovale – e concorre per la segnatura più bella di stagione. 7-7 dopo 10 minuti, ed è solo l’inizio: catch and run Amendola e Stafford-Marvin Jones (14-7 Detroit), 14-14 con Cousins-Diggs e Cook due volte di corsa per le 10-Lions, l’intercetto di Walker cancellato da un fallo (di Slay) e dal challenge, Olabisi Johnson beffardo in endzone con la linea di casa a marcare una utopica azione di corsa che verrà invece fuori inarrestabile quando Cousins la chiama per Cook (giù il blocco di Tavai con assorbimento senza problemi del contatto di Strong). La risalita, stavolta, è di Detroit: McKissic corre, Stafford tira fuori anche l’opzione-Golladay, Ragnow, Decker, Barr e Griffen si scambiano penalità più o meno paritarie, ma a 6 secondi dall’intervallo è sempre lui, Marvin Jones, ad alzarsi con le molle in endzone per stoppare un servizio non facilmente governabile di Stafford.
Un touchdown di qua, un touchdown di là: la prima, tra Minnesota e Detroit, capace di fermare, o comunque di limitare, questo andamento fin troppo regolare per potersi protrarre in eterno controllerebbe con meno obblighi l’orientamento del match. Determinante in tal senso, sul 21-28 Vikings (Cousins da 27 yards su Olabisi Johnson/Smith e screen-pass su Ham) il sack con 7 yards di defezione per Stafford ad opera di Hunter e Lions a segno solo col field-goal di Prater. Come potrebbe esserlo il contro-calcio errato da Bailey dalle 45, che non allunga il 24-28 degli ospiti, sempre tuttavia reattivi nel mettere le mani addosso a Stafford (sack di Griffen) e a bucare centralmente i Lions con la catch and run di Rudolph a 5 minuti dal termine. Parziale rilevante, ma Detroit rimane a tiro al netto della conversione mancata da Golladay per il touchdown di Marvin Jones (30-35), entrando male però negli ultimi 3 minuti (gioco da 66 yards Cousins-Diggs e Cooks che penetra per il 42-30) e, in affanno, lanciando con Stafford l’intercetto conclusivo tra le mani di Waynes.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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