Il lavoro paga. Qualche imperfezione in meno in un paio di partite e Denver oggi sarebbe 3-2 e non 1-4. Dove l’1 è tuttavia, adesso, un ottimo punto di partenza per una degna risalita dei Broncos su livelli più rispondenti al valore del roster bluarancio che, non ce lo dimentichiamo, non conteggia da un mese il suo acquisto più importante, almeno in termini economici, l’ex Dolphins Ja’Wuan James. Se, comunque, proprio doveva cominciare a vincere la squadra di Fangio ha di certo scelto oggi la partita giusta, uno scontro diretto esterno di Division che, al momento, le fa pareggiare i conti interni dopo la sconfitta di Oakland in Week 1. Ma Denver oggi ha scelto soprattutto di invertire la tendenza imposta di un’organizzazione, del gioco e del match, fin troppo controllata: c’è dinamismo nell’attacco di Denver, e allora perché non accenderlo da subito? Con tre corse da 37 yards di Lindsay, con Freeman che aiuta con 6 e Flacco che un passaggio fa (a Heuerman), ma è quello che serve ai Broncos per affacciarsi nella metacampo-Chargers. O, più tardi, con Sutton che prende dal suo quarterback 32 yards di gittata e, saltato di agilità Jenkins, se ne vola in touchdown. Un atteggiamento di padronanza, questo dell’offensive-team ospite, che finisce per contagiare una difesa finora sempre piuttosto convincente ma che, esonerata da responsabilità supplementari a quelle dovute, riesce ad aumentare in automatico il suo già buon rendimento medio: Simmons intercetta Rivers con l’assistenza della deviazione di Mike Williams, Kendricks lo affronta e gli sfila la palla, Dawson la riconquista di nuovo per Denver. Los Angeles incontra destino migliore in circostanze simili, quando cioè sacka Flacco – primo down del secondo quarto, un 3rd e 11 sulle 21-Chargers – con fumble (Nwosu) e ricopertura (Brown): per mettere un field-goal dalle 48 col neo-kicker McLaughlin (dopo un palese Intentional Grounding di Rivers), però, ripassare alla prossima, perché Jones ‘contra’ la palla del calcio che,così, dalle parti dei pali neanche ci arriva. Dato l’addio ad un parziale di +10, Los Angeles riprende a tentennare: Pass Interference di Davis per 9 yards perdute, non poche in un drive in cui Sanders-Lindsay corrono per 14 e Freeman per 17 (che sono pure i punti totali di Denver dopo il field-goal di McManus dalle 40) e sontuoso tuffo di Jackson a far schizzar via palla dalle mani di Ekeler nell’angolo della endzone a 6 secondi dall’intervallo su un 4th down.
I Chargers sono sì in cattiva giornata, ma di opportunità di tornare a tiro ne avranno ancora: l’intercetto ‘semplice’ di White a Flacco sulle 5 dei Broncos che controbattono con Jackson in piena endzone ad attendere al varco Mike Williams, quello con ritorno da 68 yards in touchdown di Desmond King per il 7-17 Broncos e l’importante field-goal del +10 che McManus sbaglia dalle 54. Ora o mai più per Los Angeles: ma Rivers e compagni, che nemmeno approfittano di una flag pronti-via contro Harris, meglio a loro volta di un calcio da 3 non sanno produrre. McLaughlin lo mette dalle 45, Jenkins si avventa su Sutton sull’ultima yarda di un 3rd e 7 Broncos, ma Rivers è troppo in tensione per impostare lucidamente l’ultimo – questo davvero – attacco disponibile perché i Chargers aggancino almeno l’overtime: lancia praticamente un ovale in mano a Johnson (che se lo fa scappare malamente) e libera verso Ekeler (su un 4th e 10) un brutto screen-pass incompleto. Kicker di nuovo dentro, una volta a turno, per ufficializzare l’esito di una partita praticamente mai in forse: McManus trova il 20-10 dalle 46 dopo il Two-Minutes Warning, McLaughlin il 13-20 dalle 32. Per Denver può ora cominciare un altro campionato.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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