A Londra, due settimane fa, lanciando 5 intercetti nelle mani dei Carolina Panthers, Jameis Winston mandò al castigo punitivo del successivo turno di riposo i Buccaneers. Oggi parecchi alti in più per il quarterback di Arians, in una prestazione comunque mal bilanciata, che transita da sventure similari a estemporanee alzate d’ingegno di cui fanno tesoro i Titans che, deboli del loro minor talento per argomentare con la stessa lingua tecnica, scelgono la posizione del cinese sulla sponda del fiume, aspettano i bassi avversari e alla fine vincono un’altra partita di peso incalcolabile, nonostante agevolino con un fallo di Sims altezza 5 yards Tennessee la prima segnatura, al piede, di Tampa Bay. Winston, che nella circostanza, lancia Evans da una distanza di circa mezzo campo, prenderà prima uno snap dritto in faccia con palla a terra e ricopertura-Mack sulle 10 da dove Tannehill imbecca il comodo taglio del 7-3 di Jonnu Smith, quindi un intercetto da Butler, con ritorno da 23 yards fin sulle 7 da cui il cammino-touchdown dei Titans è più complicato – due incompleti di Tannehill su Humpries –, ma al tirar delle somme parimenti redditizio con la presa di Sharpe dell’ovale parabolico in endzone (a vuoto Carlton Davis). Winston di corsa subito su un 4th e 1 come su un 3rd e 5, dopo un 3rd e 8 annullato da Brate in presa: si merita di andare a punti Tampa Bay, magari anche con il carico da 7, ma Tennessee intercetta ancora con Ryan (con challenge di salvataggio per i Bucs) e affonda di sack con Casey. Per Matt Gay c’è a disposizione solo un field-goal (dentro dalle 48): sia qui sia in un altro drive offensivo – che avanza Tampa Bay sul 9-14 - all’insegna del rammarico (gran ritorno da 40 yards di Logan e strepitosa ricezione volante di Evans sulle 5 opposte, ma anche un goffo autoscontro Ogunbowale-Perriman). Problemi anche per Tennessee (sack-fumble Barrett-Tannehill, con Douglas che tiene palla per i Titans) e calcio da 3 inevitabile per Parkey dalle 51, mentre Winston pare aver regolarizzato le sue traiettorie: due medi da 27 yards totali, un lungo da 46 e l’ultimo tracciante – touchdown del -2 a 15 secondi dall’intervallo con mancata conversione del pari su Perriman - nell’angolo della endzone dalle 23, il tutto nella direzione del medesimo punto di arrivo, i guanti di Evans, utilizzata anche dopo una puntata in spogliatoio che non stempera la paura del riavvicinamento per Tennessee (Henry rientra e scappa via fino al contatto-fumble con Adams, ricoperto da Hargreaves, Tannehill sackato da Nassib) che, impreparata sulle sue 13 a contenere un altro missile da 46 yards di Winston, lo smistamento esterno del 21-17 Buccaneers (sempre e solo su Evans) e la conversione centrale per Godwin, vede millesimi di secondi di baratro sul doppio intercetto consecutivo di Carlton Davis a Tannehill, ripreso per i capelli da altrettante flag a suo favore e dalla miracolosa ricezione di Humpries su un 3rd e 2 presidiato da Hargreaves. Field-goal Parkey dalle 42 che, con i Titans così riesumati, se non vale più del touchdown del 27-23 di Brown e del fumble di Winston - palla sparata contro la schiena di un compagno lì a un metro -, con recupero di Landry, di certo ne è stato il punto di partenza (corsa da 42 yards di Henry, Tannehill ok per Sharpe e Humpries). Un gioco di field-goal simulato (Kern, punter di Tennessee, ci prova ma non trova la beffa del guadagno-yards di corsa su un 4th e 2) è un fresco aumento di capitale per la sopravvivenza, stavolta, dei traballanti conti societari dei Bucs, che segnano ancora rosso sul 4th e 1 di Barber stoppato da Vaccaro e Casey e sull’intercetto di Ryan sulle proprie 25.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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