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Fabrizio Mancini

Giants, insufficienti buona volontà e coraggio: Minnesota di prepotenza

Probabilmente non si aspettavano la sconfitta dei Bears al ‘Tottenham Hotspur Stadium’ di Londra e hanno pensato che l’ostica trasferta di New York fosse già un incrocio importantissimo della loro stagione. Vinciamo la nostra di partita per poi eventualmente festeggiare due volte: così coach Mike Zimmer in spogliatoio, così i Minnesota Vikings sul campo. Travolgenti come Cook (132 yards su 21 portate), prepotenti come tutto il proprio defensive-team, micidiali come Thielen, attenti e precisi (era ora) come Cousins. McIntosh lo sacka quando Minnesota è già arrivata sulle 23 newyorkesi: Abdullah addolcisce la retrocessione al corrispettivo 3rd e 20 con 10 yards di corsa, Bailey segna il 3-0 dalle 31, tutti quelli di sopra in aggiunta a Olabisi Johnson e Diggs fabbricano il 14-0 (Cousins dalle 15 per Thielen). New York inferiore tecnicamente, ma non nello spirito: reagiscono indomabili i rossoblu di Shurmur e, 3 minuti dopo, tornano a -3 (Jones corre e spara dalle 35 per la presa in touchdown di Slayton), ruggiscono contro Cousins (persa e ripresa in tempo, doppio sack Lawrence-Golden rovinato da una penalità da 5 yards contro Jenkins, Bailey al calcio dalle 48 non manca il 13-7) e Cook, vittima di fumble con recupero Peppers-Skipper, dal quale però Minnesota esce fuori con un allungo multiplo – ma non completo - sul tabellone placcando in endzone Hillman con Barr (safety del 15-7), entrando nelle 5 con Cook e calciando nei pali con Bailey (32 yards) il terzo field-goal del pomeriggio dopo un altro sack di Lawrence a Cousins. Terzo quarto: New York subito alla ricerca di punti con Jones, Engram e Sterling Shepard, fermati sulle 10-Vikings (Shepard riceve ma esce dalla endzone senza garantire il pieno possesso dell’ovale), ma richiamati in campo per la violenza non necessaria di Joseph sul field-goal di Rosas. Che neanche si siede per sorseggiare un Gatorade: due minuti e ai Giants serve di nuovo il suo piede per il 10-18 dalle 32. Cousins e Thielen (collabora la condotta antisportiva di Baker, ma che presa del wide-receiver gialloviola) confermano quello che da un pezzo il pubblico del Metlife ha capito, ovvero che contro questa Minnesota così determinata non può reggere in piedi la baracca per un’ora né la buona volontà né il coraggio della disperazione (un 4th e goal NY sulle 3 di Minnesota a fine penultimo e a inizi ultimo quarto, con Hunter e Hughes che sackano e anticipano Daniel Jones e Shepard). Vikings di gestione ordinaria ormai, ad eccezione di Diggs e Cook per i quali la partita pare appena cominciata: Bailey ancora nei pali dalle 45 e intercetto finale di Barr a Jones. Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL

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