Segna ancora piuttosto poco Denver, ma non troppo poco e oggi – così come domenica scorsa in casa dei Chargers – è quel poco che la squadra di Fangio si merita. Nessun rimpianto per un bel gioco perdente se la tua difesa, stavolta, non solo concede meno del realizzato, ma lascia proprio a zero punti un buon avversario come Tennessee, dove in questa fattispecie zero significa proprio zero. Mariota sackato tre volte in un tempo da Johnson, Wolfe e Harris, mentre i Broncos ritornano 42 yards con Spencer, avvicinano le 16 con Janovich e calciano nei pali (McManus) il 3-0 prima e il 6-0 poi (Flacco e Sutton bravissimi a trovarsi a distanza di 40 yards e passa). Ad un passivo d’attacco che più negativo sarebbe difficile i Titans (e Mariota) aggiungono un intercetto di Harris, pur se non valido per flag arbitrale contro Wolfe, se ne accaparrano uno buono (la schiena di Fant rimette in gioco un lancio di Flacco, che Byard cattura e riporta per 25 yards) e ne cedono indietro un secondo – buono anche questo - a metà terzo quarto (Simmons a precedere Jennings). Denver sente che è il momento giusto per controfirmare l’ipoteca sul match: doppia catch and run Freeman-Hamilton e Lindsay che tira giù due blocchi prima di camminare sul terreno della endzone avversaria. Vrabel apre le docce per Mariota e individualmente (Tannehill al suo posto) Tennessee va meglio, collettivamente decisamente no: e non per colpe nuove di un nuovo quarterback se, per una volta che Brown riceve un 3rd e 6 nei dintorni della redzone avversaria, gli arbitri lo rispediscono 10 yards più indietro fischiandogli contro una pass-interference su Simmons. I Broncos demoliscono a colpi di sack anche il malcapitato Tannehill (Walker due volte, la seconda su un 4th e 3 altezza 13-Denver che i Titans devono giocare per forza causa anticipo di Harris a Brown), salvano un fumble Ryan-Sutton (palla che esce sia dalle mani del ricevitore di casa che dal campo) e incassano un sack (Woodyard su Flacco) quando ormai si sono presi le 20 e McManus può calciare il 16-0 finale.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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