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Fabrizio Mancini

Decidono flag e field-goal: Lions via da Green Bay con un diavolo per capello

Aggiornamento: 22 mag 2021

Flag più importanti di touchdown e field-goal in Packers-Lions, nonostante siano proprio i calci da 3 punti ad aprirla (Prater per Detroit che, però, arrivata presto sulle 11 di Green Bay sull’asse Stafford-Golladay, si aspettava di archiviare il drive in altro modo) e a chiuderla (Crosby per il sorpasso vincente di Green Bay all’ultimo secondo). Ci riprova coi lunghissimi Stafford, e ci riesce di nuovo (gioco da 58 yards e Sullivan che ferma Hall sulle ultime 16): arbitri inizialmente non convinti del touchdown di Kerryon Johnson (in effetti non limpidissimo l’ingresso di corsa brevissima nella endzone gialloverde), poi trovano un accordo e danno il 10-0 ai Lions, ancora imperversanti in un primo quarto da favola nel fumble Robinson-Chris Jones al Jones di casa (Aaron) e imprendibili (Golladay, Marvin Jones e Kerryon Johnson) fin sulle 4, peraltro omaggiate a Stafford da un offisde di Clark e difese alla grande da Amos che impedisce a Golladay la ricezione del 17-0 in endzone. A Patricia sta bene, comunque, anche l’avanzata a quota 13 con Prater dalle 22 e l’incredibile ‘liscio’ in ricezione di Aaron Jones, pescato sulle 6 da un passaggio d’autore di Rodgers: gradisce decisamente meno il coach dei Lions l’holding fischiato a Walker e, soprattutto, il Too Many on the Field contro che significa per Green Bay la presa delle 8, percorse in due tornate da Jamaal Williams (7-13). Packers finalmente in partita - Stafford sackato da Za’Darius Smith e Jamaal Williams giù per 45 yards -, ma arretrati una volta sulle 10 da un holding di Allison: si accontenta anche LaFleur (field-goal Crosby da 37 yards e 10-13 all’intervallo), conscio di come questa sia ancora battaglia e che la guerra – perché questo qui è anche un match importantissimo in termini di classifica di girone – debba ancora scoppiare. Intanto al primo attacco del terzo periodo gli si fa male Allison – spaventoso contatto di testa con Walker e 15 yards di violenza non necessaria per Detroit -, mentre Rodgers ne lancia 25 a Lewis e Aaron Jones corre per ulteriori 8: Crosby ancora al piede dalle 48 (13-13). Green Bay, pian piano, comincia a imporre il peso del fattore campo: all’impatto di questa nuova situazione di pareggio – la precedente, lo 0 a 0, Green Bay non l’ha praticamente giocata - fa seguire un altro sack a Stafford (Fackrell e Preston Smith), ma si incaglia nella ripartenza da punt di Martin, quando Virgil travolge Shepherd in presa e Wilson ricopre il fumble per i Lions sulle 25. Stafford fa però incompleto doppio su Thomas e Golladay e per Detroit resta solo un modesto +3 da centrare (Prater ok dalle 41), da difendere (benissimo, sack di Harrison a Rodgers) ed eventualmente da ampliare almeno a +6 (19-13, Prater dalle 51 a 3 minuti dal termine del penultimo periodo). Ma perché no, a +9, distacco già più spinoso da recuperare, specie considerando il freschissimo intercetto a Rodgers sulle 2 ospiti (scivola Shepherd) riportato da Coleman per 55 yards: l’episodio dovrebbe innervosire i Packers, il proverbiale diavolo per capello ce l’hanno al contrario i Lions che, anziché andare al calcio (Prater ancora infallibile dalle 54), avrebbero voluto restare in campo per assaltare le ultime 30-Packers dopo la presa di Johnson (3rd e 2) disturbata in un fumble che non si concretizza nel cambio di possesso, ma nemmeno nel raggiungimento di fine down in favore di Detroit. Che riceve un’altra flag (difesa illegale di Flowers), deve solo applaudire lo stupendo trasversale dalle 45 di Rodgers incamerato e portato in touchdown da Lazard (20-22), non indovina (con Harris e Coleman) l’anticipo/intercetto-chiave a Rodgers/Graham a 3’25 dal termine sulle loro 39, 15 delle quali polverizzate da una palla ben più precisa del quarterback di casa ancora per Lazard) e avanza, infine, una giustissima lamentela per lo strattone di Flowers a Bakthiari che, però, allunga le mani sull’avversario prima che lo faccia lui. Crosby mette allo scadere estremo il 23-22.

Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL

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