Dal Minnesota al Texas sono indistinti schiaffoni da over-35 alla volta per Philadelphia. Questi 37 presi a Dallas fanno malissimo e sconcertano: Cowboys-Eagles era match da primo posto di Division e, per chi se la fosse accaparrata vincendolo, una discreta ipoteca da bancare, dovendosi l’una poi preoccupare solo delle sorti future dell’altra, meglio se con un 4-3 all’attivo. Una partita del genere Dallas la uccide come se di fronte avesse dei Giants o dei Redskins qualsiasi, contro i quali un fumble (Goedert-Smith) al primo minuto di gioco e uno (Wentz-Lawrende-Woods) al quinto neanche sarebbe roba così automatica da guadagnarsi: impegno minimo dei Cowboys per saltare (con Prescott) un 3rd e 1, Austin apre la redzone-Eagles (molto rimaneggiati, ma l’alibi non regge) fino al 7-0 con saluti, baci e una cartolina a Scandrick, che neanche prova a sfiorarlo, quindi due corse di Ezekiel Elliott (fantascientifico) che valgono un solo touchdown – il ginocchio a terra sull’ultima yarda dopo il placcaggio in tempo di Curry invalida la prima segnatura -, quello del 14-0. Tenesse a bada l’aggressività – Roughing the Passer parecchio rude – Smith non aiuterebbe Philadelphia a mettersi in tasca un 3rd e 10 incompleto (Wentz-Jeffery), a farle dimezzare lo svantaggio da due a un possesso (Howard due volte di corsa fino alle 26 opposte, ottimo poi Wentz su Ertz) e a indurre gli arbitri ad annullare ai suoi un altro touchdown (Cooper): Barnett sacka Prescott, Elliott invece sfugge invisibile al mirino degli Eagles (4th e 1 a casa di screen-pass), sofferenti anche contro l’altro runningback di Dallas, il rookie Pollard e, sui medi, nel controllo/contrasto di Gallup e Witten. Nessuno, poi, si ricorda di Jarwin: che è proprio l’uomo che Prescott serve comodo sul breve-laterale mentre tutta Phildelphia si affolla centralmente per impedire la corsa di chissà chi. Disorientamento totale degli Eagles: sack di Lewis a Wentz e flag contro Jenkins, con Cooper e Elliott che si divorano mezzo campo e più. Ai Cowboys comincia a servire Maher per non mandar sprecati gli ultimi, importanti drive del primo tempo: due field-goal (27-7), facciamo 3 per il 30-10 alle porte del quarto periodo giusto per impattare quello di Jake Elliott che, in quel momento, stava insignendo Philadelphia – andato buca un sack-fumble Prescott-Cox, tenuto in mano-Dallas da Frederick - del suo unico, inutile, mini-parziale di serata. L’intercetto di Woods a Wentz non riporta ancora le cose come da prassi-primo tempo (pochi secondi più tardi ne arriva uno anche dall’altra parte con Mills in endzone su Austin), pratica cui Philadelphia preferisce provvedere da sola omaggiando sulle sue 15 di palla e touchdown (Ezekiel Elliott blocca Jenkins e Prescott si imbuca in endzone) sciorinando uno snap indecente che Hyder cattura rapido.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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