Venivano entrambe da una vittoria esterna a domicilio dei Kansas City Chiefs Colts e Texans: impossibile, perciò, pronosticare chi arrivasse più carico a questo scontro diretto di alta Division, Indianapolis anche con una settimana di riposo in più che, però, non sempre nello sport arriva provvidenziale dopo un successo di quel peso. Regola, o comunque legge non scritta,qui sbugiardata: Indy invece freschissimi di gamba e, nel caso di Brissett, pensiero, Texans di contro confusionari e, spesso, anche poco introdotti nello spirito del match, subito molli nella blanda smanacciata di Rogers su un 3rd e 10, correttiva per la presa elementare di Rogers di un lungo di Brissett, che chiude di passaggio anche due altri 3rd (3 e 5) per le catch and run - la seconda con salto sul blocco e atterraggio in endzone - di Doyle e Pascal. Sentono la giornata-sì i Colts, e sarà così, ma non ancora del tutto evidentemente quando Mack non varca un 4th e 1 contro McKinney sulle sue 45: Watson, Hopkins e Hyde regolari fin sulle 14-Colts, poi su Houston piovono flag (Tunsil e Scharping), sack (Sheard) e touchdown visti da un arbitro (completo Watson-Hopkins) e invalidati da un altro dopo una ricopertura-fumble di Mercilus dentro le 5 di Indy. Fairbairn segna consecutivamente il 3 e il 6 a 7 mentre Brissett, passata la paura, torna infallibile sui terzi down (Pascal); Mack e Ebron sono irraggiungibili fin sulle ultime 2, dove Indy è ben più cinica degli avversari, da quella distanza, a schizzare sul 14-6 (Hilton). Watson, strattonato da più parti, fa l'impossibile per non cadere nel correre per 19 yards, un’impresa cui Johnson e Hopkins danno seguito relativo: Fairbairn calcia il 9-14 di fine primo tempo, che è già tanto per quanto visto, e Indy - che non è per niente contenta di questo stato di cose - provvede a far combaciare qualità di gioco con quantità di punteggio allungando di altri 4 punti con la bellissima presa-touchdown - gli arbitri lo assegneranno al challenge - di Ebron. Houston in crisi assoluta nella comprensione dei giochi di Brissett: i ricevitori di casa - Pascal, lo stesso Ebron, Hilton - sempre primi, e con secondi di tempo a disposizione per decidere di fermarsi o proseguire,su ogni palla. Meglio l'altra metà di campo per i Texans: lancio di Watson con presa e avanzamento di Stills, poi smistamento esterno (e scatto in endzone) per Coutee che riporta gli ospiti a -5. Inutilmente se, a metà terzo quarto, là dietro nessuno non ha ancora una minima idea sul come ingabbiare Hilton, Ebron, la novità Hines e, su un altro corto in avanzamento di Brissett, Pascal. 28-16 Colts, beffati da Stills su un 4th e 1, non emulato su un altro down uguale nemmeno due minuti più tardi da Hopkins, che, però si riscatta su un 3rd e 2 mal ripagato da un intercetto di Desir a Watson. Può tirare un minimo di fiato difensivo Indianapolis, perlomeno così crede: perchè i Texans la puniscono immediatamente con un lungo e ricezione Watson-Stills da 41 yards, un affondo di Johnson e l'uscita di tasca del quarterback texano con missile su Hopkins nel cuore della endzone. Ospiti di nuovo a -5 (23-28): coach O'Brien avrebbe riso in faccia al suo interlocutore qualora qualcuno, solo poco prima, glielo avesse detto. Piangerà presto amaro, invece, dopo il sack a Watson, la safety del 30-23 su un'azione di punt simulato (Anger che non calcia, ma arretra troppo e esce dall'area della endzone) e l'intercetto di Leonard.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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