Se così scontati, piatti, monotematici i Kansas City Chiefs, con o senza Tyreek Hill (oggi al rientro) e dovunque vogliate (in casa, fuori, in campo neutro o sulla luna), dagli Houston Texans - che sono degli Indianapolis Colts molto più fantasiosi – ci perderanno anche duecento volte. O’Brien scherza con le confuse contromisure difensive di coach Reid, Hyde – firmato in estate da KC e poi ceduto – ne spiana le linee con la bava alla bocca, Mahomes balla troppo disinvolto sulle note suggeritegli dal suo talento, senza insistere, scelta imperdonabile, nella gestione della prima forzatura che gli va a buon fine - il lunghissimo che proprio Hill, dopo neanche 4 minuti di gioco, strappa in volo dalle mani di Reid sulle 2 yards-Texans tuffandocisi su in endzone una volta riatterrato sull’erba -. Perché dopo i primi 7 punti così accantonati i Chiefs rubano palla a Hyde con Clark, ne racimolano altri 3 con il field-goal di Butker (che magari sarebbe stato qualcosa di più prezioso senza l’holding di Schwartz, ma in quel momento c’è l’entusiasmo dei giorni belli all’Arrowhead Stadium e a nessuno passa in testa l’ombra della sensazione di un prossimo rimpianto) e volano a +14 dopo aver quasi intercettato Watson (Fairbairn calcia nei pali il 3-10 dalle 44, Mahomes-Kelce avvicinano le 40 ospiti, spazzate via da Hill,McCoy e Damien Williams). Houston ribatte con Hyde, il guadagno post-ricezione di Fells e il dialogo a distanza (11 yards) Watson-Duke Johnson, l’extrapoint out di Fairbairn dilata tuttavia di un altro punto il parziale di Kansas City. E’ qui che a Mahomes viene a noia il dover provvedere solo all’ordinaria amministrazione: e allora lungo inopportuno verso la endzone dove Gipson lo intercetta prima che Hyde riprenda a mettere in atto la sua vendetta (21 yards equamente distribuite con postilla-touchdown), alternato ai corto-medi di Watson su Coutee, Akins e Hopkins. Texans di botto sul -1, che l’errore di Butker da centrocampo lascia lì indifeso per l’operazione-sorpasso di Houston, sciupata per l’intercetto di Thornhill a Watson ma subito riproposta – e attuata prima dell’intervallo con l’allungo in touchdown di Watson dalle 3, dove Omenihu ricopre il fumble di Mahomes da lui stesso sackato -.
Kicker inaffidabili pure nel secondo tempo: stavolta è Houston a sbagliare il +4 (Fairbairn fuori dalle 46) e Kansas City ritrova sia il cinismo implacabile dei suoi stoccatori (McCoy, Kelce, Hardman e Hill, una folgore nello smarcamento in avanti a proporsi per la penetrazione palla in mano e il passaggio corto di Mahomes) che l’attenzione sul profondo del suo defensive-team (Ward che intercetta Watson su Hopkins),ben più vulnerabile se preso per sfinimento sulle corse di Hyde e Duke Johnson e mai in tempo sulle chiusure da poche yards che Watson chiede soprattutto a Fuller per poi allungare il tiro quando trasferisce le sue attenzioni da Fells e Akins, entrare in touchdown (Ragland non lo ferma), convertire da Hopkins per il 31-24 non ritoccato da KC (flag contro Erving) e lui sì, Watson, non Mahomes, giocare col cronometro assieme a Hyde, Hopkins e Fuller.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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