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Fabrizio Mancini

Carolina ridicolizza Winston e stacca Tampa Bay

Aggiornamento: 18 ott 2019

Buccaneers a Londra per procurarsi una già quasi irripetibile opportunità di agganciare a quota 3-3 i Panthers al secondo posto di Division. Il ‘Tottenham Hotspur Stadium’ non accende i suoi riflettori: Tampa Bay-Carolina si gioca di pomeriggio, primo mattino americano, e Winston non ha ancora assorbito il jet-lag quando, al sesto secondo di gioco, prende intercetto da Bradberry e deve subito appellarsi alla maggiore concentrazione dei suoi difensori perché arretrino McCaffrey (3-0 Slye al calcio dalle 49). A seguire lo sackeranno l’ex McCoy, Poe e ancora Burns, mentre Carolina – partendo stavolta fin dalla sua endline – andrà 10-0 con Allen, i suoi straordinari ricevitori di giornata (Olsen, Samuel e Moore) e chi se non McCaffrey perché un 4th e goal da 1 yarda diventi una passeggiata di salute sull’erba londinese? Sulla sofficità della quale non è il caso tuttavia che Carolina, metaforicamente parlando, si distenda a rilassarsi già solo dopo un pur eccellente quarto di partita: McCloud, invece, riporta con troppa disinvoltura il punt di Pinion fino allo scontro-fumble con Smith – e ricopertura di Minter – sulle 37 yards dei Panthers, Winston trova lungo Howard e Jones slalomeggia sulle ultime 5 (10-7 Panthers). Crescono i Buccaneers (Allen giù da Nassib, Suh e Vea), almeno fino al successivo intercetto di Elliott a Winston, la dote delle ricezioni di Olsen e Moore, le 30 yards di gran corsa a zig-zag di McCaffrey (17-7) e due sack-fumble consecutivi di Butler a Winston, il primo scongiurato da Jensen, l’altro agguantato da Irvin. Carolina c’è ben più di Tampa Bay: il campo sembra affermarlo molto chiaramente, a differenza di uno score che lievita con molta lentezza per la squadra di Rivera (1 su 2 Slye ai field-goal tra fine secondo e metà terzo quarto). Poi Kuechly intercetta (e 3) Winston sulle 33 dei Bucs e cambia tutto: Samuel sgomma parallelamente allo scrimmage, raccoglie strada facendo lo smistamento arretrato e corre in endzone. Laddove – 5 secondi dopo la partenza dell’ultimo periodo – Allen lo individua servendolo preciso per il 34-10 complessivo, con Tampa Bay che, tra una marcatura avversaria e l’altra era risalita sul 10-27 con Gay al piede. Solo ora i Buccaneers tirano fuori il parziale buono (16-3 e 34-26 finale per i touchdown Brate-Ogunbowale con conversioni di Evans – che arresta in endzone prima che cada un ovale non tenuto saldo da Godwin – e Winston - di corsa diagonale -), ma sballano un punt di Palardy con Wilson (Scarlett ricopre e Slye mette il field-goal del periodico 18-34) beccando due gli ultimi due intercetti da Cockrell – Slye stavolta calcia fuori dalle 41, ma ormai cosa potrebbe cambiare? - e Bradberry.

Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL

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