Ricevitori di Chicago domenica ad Atlanta trasformati all'ingresso di un quarterback e all'uscita dell'altro: colpa di Trubisky e meriti di Foles, ma anche responsabilità importanti dell'avversario, i masochisti Falcons. Tanto che, alla riprova di una partita che i Colts, pratici da farci attenzione (sono 3-1 in Division), non lasciano condizionare da eventi incontrollabili, torna grigia la vita offensiva dei Bears: due flag da 10 yards (Nelson e Doyle) vanificano il tocco-Indy sul punt di O'Donnell, ma Rivers rimonta da un 1st e 20 con Pascal e, dalle 13, allunga un 3rd e 5 da Alie-Cox (7-0). Mingo non gli blocca un possibile intercetto, Roquan Smith se ne vede cancellare un altro dal replay, ma Foles si mette comunque a spingere forte da Mooney e Robinson: field-goal Santos dalle 27 e mini-parziale anche promettente se Chicago evitasse flag pesanti (Quinn e Fuller) e vigilasse meglio sulle manovre di lancio di Rivers, sackato troppo tardi da Urban, su ben tre 3rd down (Hilton, Doyle e l'ex Burton per il +6 al piede di Blankenship, 13-3 Indianapolis). Neanche un review stavolta benevolo (fumble Robinson: Blackmon placca, Moore ricopre e riporta addirittura 27 yards) rinfranca Chicago: Indy bastona superando l'handicap di un 2nd e 16 con Rivers, Hilton e Johnson, ramazza abbondantissimo un 3rd e 2 (Wilkins) per il terzo field-goal di Blankenship e intercetta Foles con Blackmon nelle proprie 10. Rivers ormai scioltissimo nella gestione di 3rd medio-lunghi (Burton, Hines) sconfinanti in 4th (Taylor) e con la gratitudine di Blankenship (field-goal dalle 30, 19-3 Colts), tanto ai Bears non ne va a modo una (ritorno di Patterson da 28 yards corretto di 10 per un blocco illegale di Mingo), se non quando Robinson (in presa alta) e Montgomery ricevono in endzone i pass da touchdown e conversione di un Foles versione-Atlanta. Ma a partita ormai finita.
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