Difese sovrastanti sugli attacchi per quasi un tempo, perché dopo quattro trasformazioni al calcio anche perfettamente bilanciate come sequenza – doppio vantaggio Detroit e doppio pari Chicago con Prater e Santos – Stafford scatena Hockenson e Swift nei 40 secondi pre-intervallo e i Lions saltano a +7 accendendo la partita e il contestatissimo Trubisky, promosso tra le perplessità da Nagy quarterback titolare anche quest’anno. Sul 13-6 e oltre la cassaforte in cui blindare la vittoria Detroit la apre troppo comodamente: Stafford bene su Amendola e, nelle 5, risolutivo in touchdown da Hockenson, poi 41 yards in corsa di Peterson e due flag contro i Bears (Hicks e Skrine) riportano dentro Prater per la trasformazione al piede del 23-6. All’ex Redskins replica Patterson con la chiusura di un 4th down, stimolando Trubisky ad un lungo completato dal miracoloso volo in ricezione di Robinson e all’uscita esterna conclusiva dalle 2 per Graham (13-23). Leno lo risparmia da un sack-fumble (Flowers), di là Stafford avvia ancora Peterson e prende sack da Hicks (field-goal Prater out dalle 55): così Trubisky può ricominciare da Miller e Graham, che entra in endzone andando via ad Harris a gioco già fermato, ma la palla buona la riceve comunque Wims a distanza di secondi. Lions su ancora di 3, ma Fuller intercetta Stafford e Trubisky, ormai un mostro di coraggio, vede e serve Miller diretto in touchdown (27-23 Bears). Eppure Detroit potrebbe vincere uguale, ma Swift a 19” dal termine si fa scappare dalle mani in endzone un ovale già virtualmente catturato, Jaylon Johnson anticipa infine Marvin Jones proprio all’ultimissimo appello.
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