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Fabrizio Mancini

PRESEASON NFL 2021 WEEK 3 - Bengals 26 Dolphins 29

Punteggio alto e in costante mutamento nei 60 minuti di Bengals-Dolphins che, nel provare a riferire ai propri allenatori risposte convincenti agli ultimi interrogativi prestagionali non ancora chiariti, divertono intanto quella tipologia di spettatore, tifoso o meno che sia, poco interessato alle imperfezioni tattiche della sua squadra. Flores, se anche in campionato non lo schiererà mai, torna a Miami di certo soddisfatto del rendimento in una partita completa di Reid Sinnett, sackato presto da Kareem, ma a dovere di 3rd e 6 per Merritt e, rimesso in moto ancora su un 3rd e 8, Laird nelle 10 di Cincinnati: è Doaks a finalizzare in corsa centrale (7-0 Dolphins), mentre Brandon Allen per stabilizzarsi sulle 31 ospiti si avvale di Thomas (3rd e 7) e Irwin, con il quale trova la giusta confidenza sul profondo di 23 yards per allargarne altre 29 in endzone tra le mani strettissime di Chris Evans, fantastico in tuffo su Riley (7-7). Un colosso Henderson, quando tiene distante dallo scrimmage Doaks e intercetta Sinnett ritornando 25 yards di bellicosa ispirazione per il lungo da 2nd e 20 su Wilcox, di suo meritevole di una difficile ricezione alta: nessuna assoluzione, di contro, se Fred Johnson ricade nel vizio-flag di una falsa partenza, ma solo il field-goal di Seibert dalle 36 (10-7 Bengals) e una penalità per parte dall’altro lato (Coleman-Spence), che tiene gli ospiti provvidenzialmente fermi ad un 2nd e 11 da cui Sinnett, con Locksley, Perry (3rd e 4) e Merritt (3rd e 7) disancorano Miami con le run di Scarlett e Doaks (14-10 Dolphins). Cincinnati in ritardo nell’ultimo drive del primo tempo per due flag (Evans e Sutherland) che Thomas e Patrick riescono ad assottigliare per il calcio a segno, dalle 57, di McPherson (13-14): si replica al rientro, quando – con i Bengals sotto di 18 yards per un doppio holding consecutivo nelle loro 25 - compete a Thaddeus Moss far ripartire da zero Shurmur (4th e 4 toccato, ma tenuto su da Trent Taylor), la corsa corta di Patrick (20-14 Bengals) e il sack di Hodge a Sinnett che, in una anomala fase-match di drive sterili, fa pari con la mancata ricopertura fumble di Munson sullo stesso Moss, al contrario senza tremori nella presa di un 3rd e 2. Patrick, allora, dentro le 15-Dolphins (3rd e 4), Shurmur millimetrico nell’incapsulamento di un 3rd e 6 per Washington nell’unico varco visibile dalle 9 alla endzone, non ritrovato poi – su Morgan - nel centrale corto di conversione (26-14). Sinnett conferma le sue preferenze per Locksley e Scarlett, inserisce tra i preferiti McClain e concede a Merritt – fulminante 2nd e 22 da 44 yards che lascia a bocca aperta McCloud e a lingua penzoloni Tony Brown – lo spunto per dimenticare il dannoso holding appena precedente (21-26). Cincinnati preferisce fermarsi ad un 3rd e 2 percorso solo per metà da Patrick, evidentemente scettica sul pazzesco innalzamento dell’autostima di Sinnett, che resiste al sack di Sample e a un colpo violentissimo di Hodge proprio all’atto del decollo in touchdown dalle 34 di un missile da 4th e 15 captato dai guanti di Myarick: quelli di Myarick, invece, gli fermano la conversione corta del 29-26 Dolphins. La scelta di Shurmur, pur se a 81 secondi dal termine, di non sfrenare a ritmi irragionevoli il suo attacco, riceve riconoscimento soltanto dalla violenza non necessaria di Munson su Patrick (3rd e 6): Cincinnati si inchioda lì, sulle 32 di Miami, fino all’ultimo 4th e 10, che Igbinoghene oscura a Washington. Vincono i Dolphins.



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