Il precedente stagionale positivo cui pensare il minimo per non sentirsi favorita in questo Championship, stavolta, i Buccaneers ce l’hanno a favore: il campo è, però, quello avverso (in campionato, a Tampa, Packers stracciati senza scuse): Brady lo taglia trasversale (3rd e 4 e 3rd e 9) per 41 yards su Evans e Godwin, poi scende – 3rd e 7 – oltre le mani alte di King ancora da Evans per il 7-0 dalle 15. Clark lo sacka, vendicando Rodgers, tirato giù prima da Barrett, quindi da Pierre-Paul, ma Lazard gli afferra un 3rd e 15 da 23 yards e Valdes-Scantling incrocia un suo trasversale – 3rd e 3 - da metacampo in beffa a Carlton Davis (7-7). Sensazionali, di là, lo stacco in presa di Godwin (3rd e 9 da 52 yards) e la run dalle 20 in cui Fournette alterna vigore fisico (placcaggio a vuoto di Alexander) e finezze atletiche (giravolta su Amos), planando infine nell’angolo della endzone (14-7 Bucs), ma Green Bay corre sciolta (Jamaal Williams) e riceve per il guadagno delle 18 nonostante il fumble Whitehead-Aaron Jones ricoperto da Tonyan: neanche Flash, al posto di Davante Adams, avrebbe coordinato mani e piedi all’uscita della endzone sul 3rd e goal dalle 6 di Rodgers e Crosby deve perciò andare per i pali (10-14). Insufficiente, per la mentalità di Brady il disinnesco del probabilissimo ultimo attacco-Packers del primo tempo con il sack di Pierre-Paul e l’intercetto di Murphy-Bunting: se giochi fino all’uiltima palla, questo è l’insegnamento, in 13 secondi ci possono tranquillamente scappare sia un 4th e 3 al pass per Fournette, solidissimo su Kirksey/Barnes, che una fotocopia da 39 yards del touchdown d’apertura, sempre con King a farsi infilare e Scotty Miller a incassare in luogo di Evans (21-10). Al rientro Whitehead si riabbatte su Aaron Jones: altra persa da Green Bay con ripresa ospite – e ritorno di Devin White per le ultime 8 –: Amos non considera che Brate possa sfilargli da dietro (28-10), mentre Rodgers (3rd e 3) si raccomanda a Davante Adams e - in corsa – Lazard, con Tonyan a custodire il centrale basso del -11 dalle 8. Amos molto più lungimirante nell’intercetto a Brady che mobilita Dillon, Jamaal Williams (3rd e 2) e Davante Adams (2nd e 9 con flag contro Carlton Davis e taglio strettissimo in endzone), St. Brown è invece in controtempo corpo-mani in presa di conversione (23-28). Sul ritorno da 43 yards di Mickens, Brady raddoppia un 3rd e 8 per Tyler Johnson e Alexander lo intercetta altre due volte con la protezione retroattiva di Barrett (doppio sack a Rodgers) e Murphy-Bunting (anticipo da 3rd e 11 su Lazard): Bucs entro e non oltre le 28-Packers (Godwin e Ronald Jones), ma c’è comunque l’allungo con il field-goal di Succop dalle 46 (31-23). Rodgers di fretta, ma arriva presto nelle 10 con Valdes-Scantling e Davante Adams (3rd e 1): Andrew, omonimo di Tampa Bay, lo precede sulla endline e Crosby riscrive al calcio un -5 che i Packers non avranno più modo di insidiare perché gli arbitri esagerano con la fiscalità fischiando interferenza di King su Tyler Johnson a 1’39” dal termine (3rd e 4). Fournette e Godwin (3rd e 5) amministrano, 18 anni dopo Tampa Bay si ritrova il Superbowl in casa, il decimo della carriera – 6 vinti – per Brady.
Fabrizio Mancini
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