NFL 2025 WEEK 6 - Dolphins 27 Chargers 29
- Fabrizio Mancini
- 2 giorni fa
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Perdono da due settimane di fila i Los Angeles Chargers, quel medesimo lasso di tempo che i Dolphins hanno impiegato, al contrario, per vincere almeno una delle loro partite, ma al carissimo prezzo della perdita, per l'intera stagione, di Tyreek Hill. 1-4 in classifica e, perciò, aria piuttosto avvilita dalle parti dell'Hard Rock di Miami, tanto più dopo il cambio immediato del verso di una palla ceduta (da Waddle, del quale Stills smuove il possesso) a Tony Jefferson: pur nell'impegno indiscusso di Tre Harris/Vidal, tuttavia, le rigiocate di Herbert non fanno cronaca troppo sensazionale, anche allorché una violenza non necessaria di Butler, nel vivo dell'azione del field-goal ok di Dicker, riporta L.A. ad attaccare le 25-Dolphins via Keenan Allen, a sua volta rallentato da un fumble - non perduto - provocato da Ashtyn Davis. Dicker torna dentro, dunque, per imbucare il 3-0 Chargers ma, tre minuti più tardi, toccato da Brooks/Rasul Douglas, Gasdsden - ricopre il primo - la mano, a Miami, gliela passa davvero, con Achane a tagliare per il touchdown, subito e in solitudine trasversale, mezzo HardRock Stadium (7-3 Dolphins): quanto ad analogo, o quasi, percorso diretto, tuttavia, Vidal replica appropriatamente in funzione del secondo, effettivo field-goal a bersaglio di Dicker (6-7) e anche alla nuova controbattuta di Achane succede, dalle 57, il calcio, out, di Patterson, conseguenza cattiva di un 3rd e 8 Tagovailoa-Waller, limitato però dal contemporaneo holding di Brewer. Herbert, a questo punto, arma McConkey, ma tiene in temperatura l'ardente Vidal - riecco Dicker al piede, 9-7 L.A. -, in opposizione al quale, stavolta, Tagovailoa invia, con Malik Washington, un plurimo Waddle (Patterson si corregge per i pali, 10-9 Miami): plurimo includendo altresì le due flag di fila anti-Chargers che riattiveranno in forma sempre più preponderante, alle porte dell'intervallo, il ricevitore di casa. Se, di seguito, il calcio di Patterson allunga lo score sul 13-9 Dolphins, Haskins carica L.A. al rientro, ben accompagnato nella produzione di profitti dannatamente impellenti da Allen/Dissly, poi McConkey, a proposito di urgenze, incrocia in endzone il 3rd e goal extratasca di Herbert (16-13 Chargers): quando, poi, St-Juste intercetta in tuffo Tagovailoa, Miami rincula in improvviso affanno su Gadsden e non contiene, con Fitzpatrick, le risultanze di un appoggio largo dello stesso Herbert sulla restante corsa-touchdown di Vidal (23-13 L.A.), di nuovo ammesso al comando prepotente del successivo drive di marca californiana da un marmoreo sack-Chargers di Tuipulotu. Dicker non sconta nulla al 26-13 L.A. che ne viene, a differenza di un8 blocco falloso di St-Juste, peggio se abbinato al roughing di Tart da cui, via Ingold/Malik Washington, esplode secco lo sprint d'angolo di Achane (20-26), un educativo esempio di costanza al pari della caparbia progressione di Julian Hill, indirettamente finalizzata a punti dal 3rd e goal Tagovailoa-Waller negli esterni profondissimi della endzone avversaria (27-26 Dolphins). L.A., però, avvantaggiata in pochi, utilissimi secondi da un ragguardevole ritorno di Hines, ringrazia la mancata stretta-sack di Jaelan Phillips ad Herbert, libero così di promuovere una dilaniante catch and run di McConkey, la base solida dell'ultimo field-goal, preciso come tutti gli altri, di Dicker: 29-27 Chargers.
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