NFL 2025 WEEK 12 - Bears 31 Steelers 28
- Fabrizio Mancini
- 6 giorni fa
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C'è ancora posto per tanti nello stanzone dei playoff NFL: in uno dei match più incerti del 12esimo turno il loro se lo giocano sia i Bears, che dopo tanto hanno indovinato un allenatore, sia i Pittsburgh Steelers, oggi al Soldier Field di Chicago con Rudolph in luogo di Aaron Rodgers e il volo spaziale di Nahshon Wright ad intercettare di amaro benvenuto proprio il quarterback ospite. Le rigiocate di Swift/Monangai, così, incappano favorevolmente nella confusione irruenta di Ramsey, prima falloso su Kmet, quindi schermato in endzone dalla ricezione ingombrante di D.J. Moore (7-0 Bears), ma Pittsburgh scommette su Skowronek e, trascinata da Gainwell, riabilita Rudolph - seppur qui di semplice appoggio allo scatto-touchdown di Metcalf, 'bloccato' ok da Freiermuth (7-7) - col contributo rabbioso di T.J. Watt, che ribalta Caleb Williams nel sack-fumble ricoperto a punti pieni, internamente alla endzone di Chicago, da Herbig (14-7 Steelers). Sul cavallo del momento può, a questo punto, salire anche Black, nella circostanza responsabile, riacquisizione-palla inclusa, di un secondo furto giallonero da fumble (è Swift il derubato), che i Bears riconsegnano tuttavia al più presto, nelle forme di un tackle come tanti, con Ogbongbemiga/Nahshon Wright rinserrati - contro Connor Heyward - sullo scrimmage di un 4th minimo, per alfine cimentare Caleb Williams nella fuga lontana, con ingannevole finta preliminare di handoff, dalla prigione di un analogo down minimo: ottima, di seguito, la reverse di Burden, come l'incontro in touchdown di Loveland, battendo secco Dugger, col trasversale stretto del 14-14, per ridistanziare il quale Austin anticipa una megarun di Gainwell, completata nel trapasso della sua unica yarda rimasta da Warren, troppo più rapido, anche sul corto, di Dominique Robinson (21-14 Steelers). Già via kick-return - Blackwell -, però, una sempre irriducibile Chicago, ricevuta la grazia fondante di un offside di Herbig invalidante l'altrimenti acclarato intercetto avversario (Porter), tira su il morale di Swift, spinto alla residua offensiva del primo tempo assieme a Burden/Zaccheaus, confidando nel field-goal ok di Santos (17-21) e in una ripresa già parecchio promettente, quando è proprio una staccata di Swift a prenotare a Caleb Williams la migliore postazione da cui mirare, sul fondo di un corridioio libero, mal vigilato da Echols, D.J. Moore (24-21 Bears). Quale conseguenza niente affatto scontata, ecco allora Pittsburgh (ri)cominciare a claudicare di brutto, intanto sulle rese di un contrasto da kick-return di Kalinic spossessante, ahilui out, Ke'Shawn Williams, ma peggio ancora dinanzi all'aggressivo sack-fumble, anche ricoperto - intromettendosi tra Dexter e Frazier - da Montez Sweat: e, se D.J. Moore, di riproposta, è la costola più preziosa di Caleb Williams, non può parimenti discutersi la fulmineità, non solo allo sprint, del rushing di Monangai (31-21 Bears) mentre, nel brullo giardino di Pittsburgh, sembra Austin (3rd e 6) - il germoglio attualmente più fiorente, altro che Warren o Metcalf, quest'ultimo capace però sia di portare a bordo un'interferenza di Nahshon Wright, ben castigata da Rudolph-Freiermuth (28-31) al millimetro dell'imbocco intermedio tra le sagome di Byard/McCloud, sia di far annullare, commettendo holding, il precedente attacco-touchdown di Gainwell. Raggiunto sì, da Pittsburgh, lo scopo finale, d'accordo, ma a svantaggio di quel tempo in più dilapidato e prezioso che, ad appena 21 secondi dal termine, Rudolph - 4th per Metcalf deviato sull'erba da Brisker - sciupa definitivamente. Vincono i Bears.


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