Una identica media in negativo da riportare intanto a livello zero sia dai Texans che dai Buccaneers in un match senza risparmio energetico alcuno, subito rovesciato nel sorteggio di partenza dal contatto-fumble laterale David-Schultz: Tampa Bay ricopre (Winfield), Mayfield si accontenta di accordarsi con Otton per l’accesso alla redzone di casa e il field-goal tra i pali di McLaughlin (3-0 Bucs), mentre Barrett eccede in veemenza su Stroud (roughing da 3rd e 9), al quale Nico Collins incrocia di taglio il 7-7 altezza 14. Anche Houston, con un colpo parimenti proibito (Ward) a Mayfield, inclina quindi di nuovo il piano, iperlivellato come da pronostici, della partita e Rachaad White, che ha già portato i suoi a violare la metacampo avversa, si ripete su un 4th e 1 rifinito strettamente dallo stesso Mayfield nel tuffo in endzone di Otton (10-7 Buccaneers), trapassando poi comodo anche la endline sul blocco di Stinnie, una volta subentrato a Evans nel compito di proseguire oltre le 24-Texans il compito di riaggiornamento di una nuova strategia d’attacco ospite (17-7 TB). Qui, di contro, seguendo Stroud, si spostano fino al field-goal ok di Fairbairn (10-17) Dell/Schultz e per i Bucs, stavolta, ad ampliare gli utili di Rachaad White interviene la violenza non necessaria di Perryman con field-goal finale di McLaughlin dalle 49 (20-10 Buccaneers). Da un kick-return di Dell, invece, Noah Brown rilancia in presa dinamica nell’aggiramento-depistaggio di Neal/Carlton Davis (16-20, Tryon intercetta il corto centrale di conversione), ma quasi solamente le flag-Texans (Griffin) si confermano unica propulsione del motore d’attacco dei Bucs, al momento decisamente ingolfato: McLaughlin, così, batte al piede per il +7 TB (23-16), Stroud riattiva Nico Collins/Schultz e, sparando a scendere dalle 29 su Dell - al quale viceversa non si connetterà di conversione - nell’angolo lontano della endzone il 22-23, toglie importanza retroattiva all’holding offensivo di Dieter. Non è un’impressione, Houston davvero ne ha di più: Khalil Davis sacka Mayfield, Stroud serve a Schultz un tris di ricezioni, l’ultima in endzone, e ci sprinta dentro a sua volta convertendo per il 30-23 Texans, con Mayfield che proprio nel momernto giusto riprende a far funzionare Otton/Evans, oltre a Rachaad White che, di run breve, atterra perfino il blocco amico di Broeker (30-30). Ecco, però, Stroud inventarsi con Singletary una azione, da imprevisto scambio di ruoli, intermedia al mezzo NRG Stadium colmato per suo tramite da Noah Brown: in luogo dell’infortunato Fairbairn il field-goal che ne scaturisce lo segna un runningback, Ogunbowale (ex di Tampa peraltro, 33-30 Texans), Fant salva un fumble da sack di Barrett e Mayfield, tenuto in campo dalla controricopertura (Evans) di una persa di Palmer, va diretto da Otton in fondo alla endzone (37-33 Buccaneers). Schultz non può mollare i Texans proprio alla fine, tantomeno Dell, che in due riprese, fa sue le 15 yards parando poi in endzone tra Delaney/Carlton Davis, l’ultimo centrale di Stroud: con il tempo in esaurimento saggia la sua successiva rinuncia volontaria al gioco di conversione. 39-37 Houston.
Fabrizio Mancini
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