Non troppo competitiva con le migliori rivali di altre Division, ma probabilmente la migliore della sua Tampa Bay: l’ovvia intenzione di Atlanta è quella di testimoniare contro questo assunto, magari isolando nel proprio esterno difensivo Mayfield su un 4th e 5 cacciato deliberatamente out dall’ex Browns per carenza di ricevitori liberi. Il seguito si divide tra Hodge/Jonnu Smith e una finta di run centrale direzionata in touchdown da chi, Ridder, avrebbe dovuto solo appoggiarla ad un giocatore di ruolo (7-0 Falcons), ma l’holding di Terrell è un comprensivo incoraggiamento a Mayfield, due volte interlocutorio da Otton, ma poi perfetto nell’unica sbracciata di convocazione a Mike Evans nel primo angolo della endzone (7-7). Addirittura fenomenale, di là, la ricezione profonda dell’ex Miller, di per sè sufficiente a riportare avanti Atlanta (10-7) con il field-goal di Koo, ripresa subito sul pari da Godwin/Evans (e controcalcio finale di McLaughlin) pur se a fronte di diverse intenzioni, disilluse tuttavia da un sack-fumble di Campbell che, almeno, Mayfield richiama a sé (10-10). Qui Ridder si sceglie come fidato accompagnatore Drake London, ma lo scontro con Barrett gli tira giù una palla che la ricopertura di Dean risparmia, sulle 7-Buccaneers, ad almeno altri tre punti sicuri, ma un paio di down più avanti la cocciutaggine di Rachaad White rende la persa a Landman/LaCale London per un rilancio di Allgeier parimenti improduttivo se Atlanta snappa un succulento 1st e goal altezza ultima yarda direttamente nelle mani avversarie di Diaby. Ridder, ringraziata una immediata falsa (ri)partenza di Feiler, riaccede con Jefferson nelle 25 di casa: il field-goal di Koo entra sfiorando il palo (13-10 Falcons), con sack di Carter a Mayfield, Patterson ottimo complice d’attacco di Allgeier, ma anche un miracoloso schiaffo-fumble di Winfield ad un possesso di Ridder apparentemente già oltre il vertice angolare della endzone di Tampa. La riconoscenza non appartiene però a Mayfield, che Grant intercetta alle spalle di Otton, la voglia di rivalsa sì – volata trasversale da 31 yards -, pur se Onyemata lo sacka rimontando una precedente interferenza di Alford per il field-goal a segno di McLaughlin (13-13 Buccaneers) ed è solo ora, a 47 secondi dal termine, che coach Smith scopre sul tavolo del James Stadium, l’asso-Pitts: due down, due ricezioni da 56 yards e il calcio decisivo di Koo. 16-13 Atlanta.
Fabrizio Mancini
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