Classicissima per illustri delusi con un singolare record in ballo da seguire, a differenza della partita, non troppo disinteressatamente: i Giants non battono in casa i Patriots dal 1987, quando a guidarne la difesa c’era Bill Belichik, attuale head-coach di New England ma, a giudicare da un handoff imperfetto DeVito-Wan’Dale Robinson – ricopre Peppers, altro ex -, nemmeno questo scontro del MetLife parrebbe poter arrestare l’attuale, suddetta statistica. Ma con i Patriots odierni non si sa mai: ecco infatti l’intercetto di Banks a Mac Jones per un opposto turnover parimenti a vuoto che Douglas/Parker arrivano a punire fin dentro le 25-Giants, dove c’è invece Okereke a provvedere all’intercetto-bis dello stesso Mac Jones. Così NY, attraverso Hyatt, segna al quasi spirare del quarto di mezzo – Hodgins giù in endzone dall’esterno di sinistra divellendo un misero contrasto di Jonathan Jones - il primo touchdown della partita (7-0 Giants), con Barmore al sack di DeVito, quindi ecco un doppio, penetrante Stevenson nelle run di varco ad un 4th e 1 che si fa endline – contro Pinnock – una trentina di yards più avanti (7-7): ma, se NE continua a prevalere in una inutile battaglia a colpi di sack (Jennings/Keion White), McKinney fa i fatti intercettando il subentrato – ad intervallo chiuso – Bailey Zappe, mentre Barkley/Shepard passano indenni, assieme a Bullock (field-goal ok dalle 42, 10-7 Giants) l’holding intermedio di Hodgins. Qui è Smith-Schuster a confermare un’altra buona tendenza di NE, il superamento dei 4th down, non vale però a Stevenson/Thornton tagliare l’altrettanto allettante traguardo delle 20 avverse, una mèta maledetta se Ryland – altezza 35 – calcia out il field-goal del pari. O della sconfitta: vince NY.
Fabrizio Mancini
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