In considerazione delle forze in gioco, nella pioggia apocalittica di Filadelfia potrebbe venir fuori comunque la partita migliore della giornata nel confronto 2023 tra i semi-onnipotenti Eagles e i peggio del solito stagionale fallibilissimi Bills, che nemmeno con la falsa partenza di Dickerson negano a DeVonta Smith l’attuazione di un relativo 1st e 15, proseguendo perfino peggio quando una flag da 4th e 1 se la accolla Jordan Phillips, in un momento in cui Gainwell non ha ancora fatto nitrire i cavalli delle sue gambe per l’ultima spinta-touchdown di Hurts dalla minima (7-0 Phila). Attenzione, però, perché Diggs stasera non sembra appannato come spesso quest’anno, sprigiona nelle 35-Eagles un fuoco affatto destinato a regredire di calore combattivo pure Josh Allen, mentre Bass segna al calcio il 3-7 e Floyd devia nelle mani di Bernard l’intercetto di un 2nd e 10 Hurts-Stoll. Buffalo, infatti, qui trova spirito mica banale per rimontare da un holding di McGovern con Cook/Gabriel Davis, spedendo quindi un nuovo allungo di Allen ad afflosciare sulla endline la sagoma di Cunningham (10-7 Bills) ma poi, seppure ancor rinvigorita dal supplemento di tempra Diggs/Kincaid, manca i pali del secondo field-goal di Bass, toccato da Jalen Carter. E’ allora Phila stessa – handoff toppato da Hurts - a dare ad Allen una nuova ricarica, individuale per cominciare, di 3rd e 6 corto su Diggs tra un paio di avversari a finire (17-7 Bills): il sack di Settle riapre la ripresa di Buffalo a dovere, con Shakir a dare degna manforte a Gabriel Davis, senza però condizionare in positivo Bass (altro field-goal sbagliato dalle 48), antefatti minacciosi se hai di fronte DeVonta Smith/A.J. Brown, quest’ultimo pescato da vicino in endzone da un Hurts appena sfilatosi dalla tasca di un 2nd e goal (14-17), ma a supporto del ritorno di Isabella tuonano parimenti intimidatorie la catch and run di Cook e la progressione-touchdown di Allen (3rd e 11, 24-14 Bills). Una prevedibilissima costante, ormai, la presenza fissa di DeVonta Smith in ogni attacco-Eagles e non certo sugli scritti teorici di un prontuario le indicazioni di disinnesco (Bernard) della presa alta del 21-24 opera proprio del 6 di casa: materiale tecnico peraltro presto da riesaminare dai Bills, seppur traslandolo sulla figura che Zaccheaus proietta parimenti imperiosa sul fondo della endzone afferrando ad Hurts 27 yards di decentrato 2nd e 8 (28-24 Phila) quando Allen accusa intercetto corto da Bradberry, dalla sua rianimato – sack aggiuntivo di Graham – da Cook/Murray, con Gabriel Davis ad incrociarglisi stretto sul 3rd e 4 del 31-28 Bills. A 112 secondi dal termine A.J. Brown/Gainwell spiegano l’evidenza dei motivi dell’attuale 9-1 in classifica di Philadelphia, cui dice anche bene su un sack-fumble Epenesa/Taron Johnson trasformato in passaggio incompleto Hurts-Julio Jones: ovvio altresì che un field-goal dalle 59 lo devi saper mettere (Elliott, 31-31) come, all’overtime, scaricare l’adrenalina di una estrema occasione acciuffata a stento cercando di ammansire l’invitto ardimento di Gabriel Davis/Allen nei 3 punti del controcalcio di Bass (34-31 Buffalo) e, in chiusura, partire per l’ennesima impresa: in testa al treno Swift/DeVonta Smith, dall’ultimo vagone – altezza 12 – si stacca la run di Hurts. 38-34 Eagles.
Fabrizio Mancini
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