Cambiando continente non cambiano i Patriots: a Francoforte in serie negativa anche peggiore Indianapolis – tre L di fila -, al Deutsche Bank subito calpestata da Gesicki/Elliott, ma protetta in extremis dal sack di Odeyingbo per il field-goal di Ryland dalle 37 (3-0 New England). Di là procedono spediti invece McKenzie con il gradualmente sempre più irresistibile Jonathan Taylor, dalla minima di chiusura-drive (4th e goal) in touchdown sui blocchi di Raimann/Granson (7-3 Colts) e Odeyingbo al sack bis/ter di Mac Jones, cui Tyquan Lewis/Paye aggiungono altresì un ulteriore blitz successivo. Spingendosi nelle 40 avverse oltre il 4th e 4 Minshew-Downs, Indy non intende poi perdonare ai Patriots nemmeno un holding di Wade, ma Matt Gay non segna al piede dalle 57, mentre le mani di Tavai deviano da Bryant l’intercetto di un 2nd e 11 che Elliott/Stevenson ampliano per quanto possono: il problema è l’errore al calcio anche di Ryland, ancora in tempo tuttavia per rifarsi (dalle 24, 6-7) assieme ai raid in ordine inverso degli Stevenson/Elliott di prima, e a seguito della rimozione Jones-Smith-Schuster (3rd e 5) di una falsa partenza di McDermott. NE spunta le spine pungenti future di un ritorno da 42 yards (McKenzie) e, arrangiandosi su Pittman, accetta il field-goal a segno di Gay (10-6 Indy), con violenza non necessaria di Franklin e un doppio Demario Davis ad assolvimento di un’altra flag contraria (Smith-Schuster) per la totale mancanza di accordo su un centrale Mac Jones-Gesicki intercettato senza sudare da Blackmon nelle proprie 5. A metà dell’implacabile countdown dell’ultimo minuto di partita, sprecando pure un 4th e 1 ok di Stevenson, tira in mani nemiche (Rodney Thomas) la palla di un comunque duro sorpasso, pure Bailey Zappe, sostituto di Jones: vincono i Colts.
Fabrizio Mancini
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