Condizioni sufficienti per la seconda vittoria stagionale di Arizona il rientro, con Conner, di Kyler Murray e l’occasione di affrontare allo State Farm i battibili Falcons? Dall’ex Steelers subito il transito di un 4th e 1, McBride in tuffo e una flag recidiva di Froholdt alzano dalla panchina Prater per il field-goal del 3-0 Cardinals, di là è un terzo giallo (Gardeck) a sgranare ad Atlanta un 3rd e 8, con Arizona molestata da Bijan Robinson/Allgeier, accoltellata dall’holding di Pruitt, terminata infine sul corto di un 3rd e goal Heinicke-Scotty Miller (presa non semplice, 7-3 Falcons). L’influenza fallosa di un’interferenza di Phillips invoglia quindi Murray a ricercare Marquise Brown in endzone, Prater ne rattoppa a seguire il buco di un drop assolvibile calciando dalle 46 (6-7) mentre, contenuti stavolta discretamente Allgeier/London, Arizona ricade nella trappola di una doppia flag Starling Thomas/Lopez, con lo scatto di Bijan Robinson fulmineo nel distaccarsi lateralmente dall’agguantata manuale di Luketa (14-6 Atlanta). Meglio concertato, qui, il 1st e 10 di sostanzioso spostamento Murray-Brown e proprio il quarterback di casa – 3rd e 1 dalle 6 – tiene a sè la palla della vera run-touchdown del 12-14, mandando di contro tutta Atlanta dal lato opposto del punto-snap, ma alzando anche un filo di troppo l’esterno di conversione impostato su Conner: al rientro dall’intervallo Cardinals ancora perseguitati della costante delle penalità consecutive (Paris Johnson/O’Donnell), Prater legittima almeno gli sforzi iniziali dell’indefesso McBride (15-14 Arizona), anticipato più avanti dall’intercetto di Landman che, non oltre i limiti di un field-goal (Koo, 17-15 Falcons) Gardeck disgrega in tempi brevi sackando Heinicke. Elliss/Ojulari se ne dividono un altro a testa, Dortch strappa forte di ritorno e il vice-Murray Tune entra apposta per chiudere dalla minima (22-17 Cardinals) un 2nd e 4 nascosto da Michael Wilson a Terrell/Grant, eppure rimasto in sospeso proprio sull’ultima yarda: Atlanta, con indiscutibile coraggio, designa Ridder a superare un 4th e 1 a tre minuti dal suo ingresso (K.O. Heinicke), al bis Ledbetter è lì ad aspettarlo al varco dello scrimmage, Bijan Robinson/London, più un’interferenza – non chiarissima - di Hamilton, lo fanno comunque idoneo a ritentarci di run-touchdown esterna altezza 9, ma ecco Hamilton riabilitarsi abbracciando pre-endline London in gioco di conversione. Così Kyler Murray – corsa e ampliamento quintuplo di un 2nd e 7 (McBride) – decide... di decidere l’ultimo drive, con cronometro a zero quando Prater centra i pali da vicino: 25-23 Cardinals.
Fabrizio Mancini
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