Ci fosse la Minnesota delle ultime stagioni troveremmo oggi dei Packers molto meno preoccupati di adesso per aver perso tre partite consecutive e di sicuro più fiduciosi sull’esito vincente di una partita in cui non conta il passato dell’avversaria, ma solo il proprio presente, un presente che, andasse male pure qui a Detroit, potrebbe non diventare più futuro. Lions più ingenui che modesti quest’anno, in attacco però sempre poco malleabili, con Swift in progressione esterna, allungata poi di run nelle 10, dove Gary molesta Goff sgonfiandogli sull’erba della endzone il 4th e 1 centrale che Kennedy non arriva a ricevere. Di là Rodgers chiede a Dillon la raccolta residua di un 3rd minimo e accentra per il touchdown Lazard, ma la svolta della deviazione iniziale di Elliott favorisce l’intercetto in tuffo di Joseph: è paurosamente macroscopica, invece, la manata che lo stesso Lazard usa per spostare Okudah prima di puntare alla endzone sul blocco di Watson, come prodigioso il placcaggio in extremis di Will Harris, Hutchinson non abbocca peraltro alla finta di Rodgers e ne intercetta il pass incrociato da 4th e goal indirizzato a Bakhtiari sul lato opposto. Tuttora senza una mezza certezza su quale sia la migliore delle sue risorse offensive il quarterback dei Packers: Barnes lo sacka e il challenge di Detroit ha legittimamente da sindacare sulla ricezione di un 4th e 3 lungo che Lazard porta a terra senza averne in anticipo ipotecato del tutto il possesso. I primi nervi gialloverdi a saltare sono quelli di Alexander – gratuito spintone rabbioso a Kennedy, già fuori campo -, con Goff ad affidare a Swift i ricavi degli scatti dell’ex Jamaal Williams e dal solissimo Shane Zylstra in endzone allo scadere di un primo tempo tuttavia in corso quando proprio Williams converte di run indisturbata il precedente touchdown (8-0 Lions), ma al rientro è proprio Alexander a sbucare dal retro della lavagna intercettando Goff per un mega-ritorno trasversale che Rodgers, alla disperata ricerca di un impaziente blitz risolutore, contro-trasmigra in mani nemiche (Joseph). Detroit, però, resta fin troppo accomodante: un fallo di Will Harris regala a Green Bay un 3rd e 8 altrimenti inconcluso, Lazard agguanta in touchdown da praticamente girato e pure con Okudah alle spalle il calibrato a scendere di Rodgers dalle 20, non il susseguente decentrato di conversione nell’angolo (6-8), con l’holding di Nixon a sbranarsi un 3rd e 15 da falsa partenza-Lions (Decker). Jamaal Williams, così, riprende a seminare yards a ritmi alterni spalleggiato da Justin Jackson e medagliato dal corto frontale Goff-Mitchell (15-6 Detroit), Rodgers si scomoda in allungo per lo stracio di un 3rd e 17 da interferenza di Toure, un altro paio di flag (Lazard/Jacobs) si annulla automaticamente e, dopo il naufragio di una marea di 4th down, il piede di Crosby diventa imprescindibile per GB (9-15). Goff-St. Brown ne toppano uno a loro volta, sfortunati invece Board/Okudah nello scippo di due fumble a Dillon/Toure – ovali entrambi fuori – e sconnessi nei rispettivi movimenti di lancio esterno-taglio centrale Rodgers-Watkns su un qui vitale 4th e 10: vittoria Lions, Packers a un passo dal crack.
Fabrizio Mancini
NFL 2022 WEEK 9 - Lions 15 Packers 9
Aggiornamento: 3 mag 2023
Коментарі