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Fabrizio Mancini

NFL 2022 WEEK 8 - Cowboys 49 Bears 29

Tradare Quinn e Roquan Smith dopo essere andati a umiliare Belichik a casa sua per prenderne poi quasi 50 dai Cowboys è la prova dello sconfortante passo del gambero, un gambero pure zoppo, che da troppi anni sono i Chicago Bears: proprietá piatta e squadra senza appeal, impostata male, organizzata peggio, impossibile perciò da immaginare nei panni imprevisti di una credibile outsider stagionale. Dallas, pur senza Elliott, deve solo prestarle un minimo di attenzione difensiva, poichè davanti Pollard elude facile un 3rd e 2, Prescott sale da Gallup e, in penetrazione-touchdown stretta dalle 7, si fa scortare a mèta (7-0) da Schultz, arruolandolo altresì in un paio di prese per tagliare poi in endzone a Lamb (14-0) un 3rd e 9 tra Eddie Jackson e Brisker. Chicago svegliata dalla reverse di Velus Jones, Fields contribuisce al fianco di Montgomery, staccandosene per l’ultima escursione solitaria deviata d’improvviso al centro (7-14), ma Pollard rimette a dormire l’intera brigata slalomeggiando dalle 18 alle spalle del blocco di Martin (21-7 Dallas). Dal sack di Odighizuwa, Prescott si allarga di 3rd e 8 per Lamb e aggiunge retroattivamente alla run da pseudo-touchdown di Malik Davis la yarda mancante virando corto in endzone il 28-7 (Ferguson), con Montgomery che a tutti i costi vuole atterrare oltre il limite un 4th down: Golston perde qui il controllo di un roughing e, automaticamente, Dallas il relativo turnover da intercetto di Diggs (Joseph in ritardo nel tackle volante contrapposto al 1st e 10 Fields-Harry dalle 17, 14-28) che, dall’altra parte, è invece Chicago - Eddie Jackson - a formalizzare per il field-goal di Santos con i carichi di un ritorno da 21 yards e dell’offside-Cowboys di Armstrong (17-28). Al rientro dall’intervallo texani di nuovo sbugiardati dal review di un non-fumble Kearse-Herbert, infilati sugli esterni da Mooney e – centralmente dalle 12 – dallo stesso Herbert (23-28, Fields sackato in conversione da Lawrence): in questo momento di affanno niente di più opportuno per chi è incudine il senso pratico di Schultz – 3rd e 6 -, sblocco soprattutto psicologico delle run di Turpin (reverse) e, in touchdown dalle 7, Pollard (35-23 Cowboys), un meccanismo che gira al contrario da parte-Bears, all’attacco del ritorno-touchdown di Parsons da fumble Vander Esch-Montgomery come se l’azione non fosse più in corso (42-23). Ancora giù forte Velus Jones, Fields estingue con Herbert la penale di una flag da holding – Ben Jones – e inquadra in endzone Kmet, salvo andare troppo esterno nella conversione per Mooney (29-42): a compendiare infine il ritorno di Turpin la run-touchdown di Pollard dalle proprie 46, a metà tra l’irresistibile e la marcabilità passiva avversaria. 49-29 Cowboys.




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