Con il terzo quarterback già domenica scorsa in casa dei Jets Miami, ma in Dolphins-Vikings Skylar Thompson vede il campo proprio dal primissimo secondo del match, a differenza che al MetLife, quando Bridgewater durò il tempo del down di partenza e del sack distruttivo di Gardner. Ma l’uno uscirà per l’altro ancora oggi, vedrete: Thompson conferma la stoffa sfoggiata già nella sua buona preseason, prende sack da Patrick Jones perchè esita un attimo di troppo al pensiero migliore per un pass da 3rd e 9, Cousins invece si sbarazza della palla al nanomillesimo di vantaggio rispetto ad un altrimenti certo placcaggio-safety in endzone di Flowers e cade beffardo dalle mani di Brandon Jones un non impossibile intercetto-Dolphins in una porzione avanzata della redzone di Minnesota. Qui l’addio ad una partita in fase di promettente crescita individuale di Skylar Thompson, aggredito nel suo campo da Hicks che, senza complimenti, impianta anche il successivo sack da 3rd e 1 a Bridgewater, in quel momento comunque sulle 26-Vikings con Gesicki/Ingold (field-goal ok di Sanders, 3-0 Dolphins): Cousins, quando non a sua volta avvicinato malevolmente da Roberts e Jaelan Phillips, sta alla larga da quei rischi inutili che sa di non trovare in Thielen/Jefferson e dalla minima alza di lob per Irv Smith il 7-3 Minnesota, poi il facemask di Metellus prolunga il ritorno da kick di Mostert, altre 19 yards - a proposito di destinazioni sicure - Bridgewater se le fa procurare da Tyreek Hill, ma Sanders manca il colpo da 3 al piede, Roberts sacka di nuovo Cousins e in due Vikings – Harrison Smith/Kendricks – tengono in quota il drop-fumble di Waddle, che è il primo a ricoprire. Le statistiche scrivono intercetto: al di là dei dubbi interpretativi palla a Minnesota, apocalittica interferenza-Dolphins (Igbinoghene) e calcio a segno di Joseph (10-3), con Metellus che stavolta senza falli sbarra lo scrimmage alla tentata run da fake-punt di Fejedelem, ma la falsa partenza di O’Neill indietreggia gli ospiti anche oltre i limiti minimi del field-goal. Due sack di qua (Patrick Jones/Za’Darius Smith), uno di là (Raekwon Davis), Jefferson a riafferrare il fumble che lo strattone al collo di Zieler gli fa smarrire e ad inseguire alle spalle di Xavien Howard nel profondo un esterno di Cousins, chirurgico poi nella mira del centrale-touchdown del 16-3 Vikings (Thielen, non entra in score l’aggiuntivo di Joseph). Un gap che Bridgewater prova a rincorrere con Hill e, stringendo in endzone dalla corta, Gesicki (10-16), Miami barcolla però tra un altro sack di Za’Darius Smith, il super tackle laterale di Harrison Smith a spossessare Waddle per la ripresa-fumble di Bynum, il blocco di Ed Ingram alla run fluviale (53 yards) di Dalvin Cook (24-10 Minnesota, Thielen in susseguente tuffo di conversione altezza angolo lontano della endzone) e l’intercetto-Vikings di Peterson. Eppure resta a combattere con Waddle in strabordante progressione e Hill contro il sack di Hunter, del quale Bridgewater, appena dopo, si scansa di dosso mani parimenti invasive servendo in touchdown dalle 3 (3rd e goal) Gesicki, al quale è affidata pure una difficile conversione intermedia (mancata) tra Peterson e Bynum. 24-16 Minnesota.
Fabrizio Mancini
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