La giornataccia dei Patriots e l'inconsistenza dei Jets consigliano, a distanza di sette giorni da una pur indubbiamente positiva Week 1, prudenza nell'esaltazione prematura di Dolphins e Ravens: le prime domande pensierose se le fa Miami, dissolta dal ritorno da kick-off di Duvernay (103 yards, 7-0 Baltimore) e intercettata (Marcus Williams, ma fondamentale toccata preliminare di Humphrey) con le conseguenze di un 4th e 1 portato di là a spinta da Andrews. Ingram ci mette pure un facemask, il review non conferma il sorpasso della endline di Jackson su un 3rd e 1 dalla minima e, alla ripetizione, della palla che fuoriesce da uno snap sballato si riappropria senza potersene troppo rallegrare Mike Davis. Travolgente, quindi, la catch and run da 2nd e 12 di Waddle, pronto anche all’inserimento sul breve per la endzone tra i blocchi di Sherfield e Armstead (7-7), ma Dolphins ancora a dormire su un’altra apertura-drive - Holland/Brandon Jones fatti fuori dal 1st e 10 da 75 yards Jackson-Bateman (14-7 Ravens) - e giù per terra sul sack Houston-Tagovailoa: l’holding di Xavien Howard è fardello ulteriormente gravoso perchè Andrews cala un ginocchio in anticipo sull’erba incrociando in endzone l’assistenza di Jackson, ma si allarga anche a riceverne un’altra dopo l’annullamento del primo touchdown (21-7 Baltimore), mentre Tagovailoa non fa in tempo a godere del mezzo pallone misurato oltre un 4th e 1 che Marcus Williams lo intercetta con pieno possesso assicurato dal replay. Di là Likely, con un offside – Ingram –, prende campo ai Dolphins e Robinson taglia centralmente l’ultimo 2nd e 10 di metà match (28-7 Ravens), Hill/Waddle devono invece ovviare ad un contatto illegale di Connor Williams e Gesicki alzarsi in endzone sul 3rd e 13 dalle 14 di Tagovailoa (14-28), ma Miami traballa anche a reparti schierati, spalancandosi sulla finta di reverse alla run da 79 yards di Lamar Jacson (35-14). Waddle resta punto fermissimo di Tagovailoa, felino dalla sua nel cambio di lato sul 3rd e goal inoltrato frontalmente a Cracraft (21-35), Jackson – 4th e 1 – finisce in bocca ad una finalmente compatta linea avversaria (Roberts/Flowers) e Peters non sa dove andarsi a schierare per non fare arrivare a Tyreek Hill il 3rd e 10 dalle 48 di Tagovailoa (28-35). Jackson, d’accordo, si conferma in debito di lucidità (quasi-intercetto di Howard), ma Likely gli droppa pure un tranquillo 3rd e 12 e non è certo colpa sua se nessuno della secondaria-Ravens – e solo oggi siamo a due volte su due, senza contare i troppi touchdown subìti così nella stagione scorsa - sembra avere idea del da farsi su altre 60 yards di lancio Tagovailoa-Hill (35-35). L’interferenza di Brandon Jones è fune di salvataggio per Baltimore, dicono presente ad Harbaugh almeno Duvernay, ma soprattutto – field-goal impegnativo dalle 51, 38-35 – Tucker: peccato che Hill, ormai imprendibile sul serio, faccia proselitismo in Edmonds e Waddle stacchi il doppio di Armour-Davis sul 2nd e goal dalle 7 di Tagovailoa (42-38 Dolphins). Bateman invoca disperatamente una flag sull’Hail Mary finale di Jackson: gli arbitri dicono no, Xavien Howard si allontana fischiettando e a mani alzate. Vince Miami.
Fabrizio Mancini
NFL 2022 WEEK 2 - Ravens 38 Dolphins 42
Aggiornamento: 4 mag 2023
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