Primo posto già assegnato in NFC East, ma assolutamente alla portata di Washington il terzo, matematicamente ancora buono per la postseason e, nella giornata della sconfitta di Dallas a Green Bay, rimasto lì dov’era una settimana fa. Il problema è l’avversaria dei Commanders di questo Monday Night, proprio l’imbattuta - e non nominata - battistrada di cui sopra, Philadelphia, pur fallosa in fase di punt ospite con un roughing di Blankenship, ma immediatamente incisiva (Sweat) di sack-fumble seguente a Heinicke, ricoperto dal rookie Tuipulotu e tramutato in touchdown dalle run di Scott e (7-0 Eagles) Hurts. Vuole rendersi più utile di quanto non sia stato, allora, un Heinicke che, in stato evidente di colpa da svantaggio causato, corre al fianco di Robinson e snuda una voragine da 40 yards sulla destra dell’accampamento pennsylvano con McLaurin/Dotson, poi Gibson salta in touchdown oltre il tackle basso dello stesso Tuipulotu (7-7), intanto che Hurts invita alla partita gli ospiti d’onore A.J. Brown/DeVonta Smith e St-Juste si dichiara invano innocente di un’interferenza di annullamento invalidante l’appena fischiato holding di Goedert, a chiudere il drive proprio l’imbucato-touchdown dal centrale corto di Hurts (14-7 Phila). Brian Robinson, però, riprende a fare match a sé stante, Logan Thomas/Gibson lo mettono a riposo quando serve e il field-goal di Slye non soffre l’arretramento-flag di 5 yards dal punto d’origine (10-14), con Forrest all’intercetto di Hurts e la reverse fulminante di Samuel (4th e 1), inesistente come la run-touchdown di Robinson (17-14 Commanders) senza il 3rd e 5 ultratriplicato Heinicke-McLaurin per le 25-Eagles. Si illumina intanto anche il Brown di Washington, Dyami, Slye non cede alla responsabilità del cronomentro a zero, pur se solo per il primo tempo, e segna il 20-14 al piede, Heinicke spennella l’ultimo tratto di un down complicatosi per la falsa partenza di Lucas, cadendo quindi giù da sack di Hargrave: Washington ancora con la costante del field-goal – Slye dalle 32, 23-14 -, Philadelphia più insidiosa sul lungo (Watkins/Goedert), letale nelle 11 finali per l’elasticità di DeVonta Smith, che nega a St-Juste l’anticipo sul touchdown del -2 allargatogli da Hurts e frustrante, come sempre finora in stagione, quando Gardner-Johnson punisce di intercetto l’unica concessione al rischio di Heinicke. Lo proteggono tuttavia Ridgeway, correttamente irruento su Goedert, e Jamin Davis, collaboratore sul tackle del compagno e raccoglitore del fumble sulle 34-Eagles, dove Robinson/Gibson girano a vuoto però proprio quando non dovrebbero: Slye può almeno tirare nei pali il 26-21 Commanders, Hurts indovina 50 yards di missile nelle 30 avverse, ma il placcaggio da tergo di St-Juste a Watkins e la toccata di DeVonta Smith accomodano il fumble per la ripresa di Forrest, con interferenza d’attacco di Dotson riscattata dal sack di Sweat a Hurts e incontrollato colpo a palla ferma di Graham ad Heinicke su un 3rd e 7 che ricarica sia la sequenza-down sia il tempo. Solo i secondi finali, perciò, ad appannaggio dell’avanzata alla mano degli Eagles ma, sull’unico retropassaggio – di Watkins, catturato in endzone da Toohill - della brevissima serie, segna ancora Washington. 32-21 Commanders.
Fabrizio Mancini
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