Ai tempi del contestatissimo Bill O’Brien Houston ai playoff ci arrivava pure: da allora sono trascorse due stagioni con tre allenatori ad avvicendarsi e nemmeno l’ultimo di questi, Lovie Smith, parte benissimo se Dalton chiude due 3rd down da Tre’Quan Smith/Callaway accendendo quindi dalle 9 lo scatto rapido di Washington, con cambio di direzione su Pitre, per il 7-0 Saints. Le mani alte di Juwan Johnson tengono su invece il 2nd e 12 di Book intercettato al volo da Tremon Smith, rovina quasi tutto l’interferenza offensiva di Chris Moore (field-goal ok di Fairbairn, 3-7), mentre il controregalo di Okoronkwo – roughing su Book – New Orleans lo rende seminando in campo libero uno snap prontamente incamerato dallo stesso ex Rams. Driskel, perciò, attacca le 5 con Pierce e salta la copertura di Fields con un 1st e goal a uscire per Camp (10-7 Texans), ma è evidente partita di cortesie reciproche perché anche Houston toppa una presa (Pierce) e Hansen intercetta ritornando fino in territorio avverso per la replica di Book/Merritt che, però, nemmeno il facemask di Murray esonera dal cimento-Saints del field-goal a segno di Lutz (10-10). Tanto, ormai sembra chiaro una specie di accordo involontario a far l’una peggio dell’altra, Fairbairn manca il proprio, a fine primo tempo, pur se dalle 59, il massimo possibile con l’intoppo di un’altra flag (Jordan), Vannett droppa un 3rd e 17 di Book da holding di Martin e Evans intercetta lungo Driskel portando su Ozigbo e Driskel fino al field-goal buono di Romo dalle 36 (13-10 NO). Lo riaffondano, tuttavia, una flag (Kidd) e il fumble di Abram Smith, raddoppiato sull’ultima yarda da Tae Davis – che ricopre – e McCollum: quasi inevitabile conseguenza l’ennesimo turnover (intercetto di Brian Allen), ma Abram Smith non si ridesta, Driskel riattiva così Camp e, stretto in touchdown di 3rd e goal dalle 6, Johnny Johnson. La sua prima, insomma, Lovie Smith, alla fine la vince: 17-13 Texans.
Fabrizio Mancini
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