Da un eccesso all’altro in una settimana lungo l’ordinata delle forze avversarie: anche i Bengals, come i Chargers - vincenti a Kansas City in Week 3 -, spesso quest’anno ad essi accostati come principale rivelazione stagionale, vantano quella vittoria di livello (a Baltimore) che non si può improvvisare per la quale oggi si attirano considerazione automatico fin dal loro arrivo al MetLife biancoverde dei Jets. D’accordo sul portare i newyorkesi, meno sul mostrare timore, nonostante il peso ancora schiacciante sulla schiena dei 54 punti a 13 di Foxboro e la riduzione a 20 – holding di Moore – delle 30 yards accumulate da White/Mims su un 2nd e 1. Apple restituisce in interferenza difensiva su Jeff Smith – da trick-play con pass da 1st e 15 di Crowder - per la run in touchdown di Michael Carter sui blocchi di Mims e Kroft (7-0 Jets): evidentemente ancora presto e troppo indietro le 34-Bengals per i gusti da 4th down di coach Taylor quando Boyd – contro Mosley – fallisce per centimetri il superamento di un 3rd e 4. Ma se Bates intercetta White, caso strano su quelle stesse 34 allungate però da un ritorno da 65 yards, il gioco senza appello Burrow – sackato da Quinnen Williams – è autorizzato a rischiarselo, anche se Fatukasi/Mosley hanno appena fatto perdere terreno e occasioni di guadagno a Mixon. Pratt – altro intercetto - dispensa però un’altra chance ai Bengals e Mosley due stop inediti a Mixon, in endzone comunque al terzo tentativo (7-7), di là NY si appoggia a Michael Carter e Ty Johnson perché Ammendola possa far centro – ma non accade - al piede dalle 54, mentre Reiff protegge le sue 35 dal sack-fumble di Zuniga a Burrow, poi con il 3rd e 6 di una perfetta ricezione di Higgins e nel primo angolo-endzone sul lato opposto per Chase (14-7). White e Crowder triplicano e più, invece, un 2nd e 8 che naufraga nel fumble-ricopertura di Bell e degenera sul trasversale di Boyd – incaricato all’assistenza da Burrow – per progressione Mixon/field-goal McPherson (17-7 Bengals). Ty Johnson dà spinta allora al bel ritorno di Berrios, nominato poi per la correzione in presa-touchdown (14-17) ad uscire del più spettacolare degli agganci incompleti in endzone (Cole a una mano) da White, a metà terzo quarto per qualche minuto in panchina a recuperare il respiro – Josh Johnson, intanto, da Michael Carter/Crowder per 17 yards e il field-goal del pari di Ammendola – mozzatogli da un colpo-killer di Cam Sample. Mixon di là ad un galoppo alfine regolare da 13 a preparazione del lunghissimo (54 yards) Mixon-Higgins, quindi largo sul susseguente 1st e goal dalle 8 con girata in endzone (24-17): tra i Jets torna un White da 24 yards per Eliah Moore e le 18 in corsa di Michael Carter prima del sack di Hendrickson con calcio da -4 di Ammendola, per Burrow c’è invece Uzomah al limite positivo di un 3rd pieno e Boyd a seguirne in endzone l’uscita esterna dalle 10 (31-20 Cincinnati). Crowder/Cole gli assi nella manica di White se McGovern fa holding da 1st e 20, dalle 19 Ty Johnson in avanzamento demolitore esterno su Davis-Gathier, senza scoordinarsi oltre la linea laterale e, anzi, puntando diretto al paletto d’angolo del touchdown (conferma tutto il replay). Apple, però, degna guardia di Griffin sul centrale di conversione (26-31), Lawson ombra frontale di Burrow con una toccata di approntamento ad un intercetto volante sulle 14-Bengals e Kroft a fermare il 2nd e 9 che White converte da ricevitore in endzone accettando l’invito da doppia reverse-run di Crowder. Burrow, allora, di nuovo sull’erba (Rankins), ma è la violenza non necessaria di Hinton su un 3rd e 11 a segnare definitivamente la resa di Cincinnati, messa nero su bianco(verde) dal 3rd e 1 varcato da White a 92 secondi dal termine- Jets 34 Bengals 31.
Fabrizio Mancini
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