Come in Week 1 2020 debutto a Foxboro per Patriots e Dolphins, stavolta però, più di 12 mesi fa, probabilissima prima tappa di 17 totali, la durata complessiva del cammino per l’approdo al secondo gradino del podio di AFC East. Buffalo al momento con più garanzie, insomma, di una Miami che per farcela deve necessariamente migliorarsi – mica semplice – rispetto alla scorsa stagione e dei nomi nuovi e importanti quest’anno stampati sotto i colletti delle divise di New England. Wilkins subito contro Mac Jones, ma Jonnu Smith protegge il fumble, mentre Gaskin (3rd e 3) parcheggia sulle 41-Patriots, riparte con Ahmed nelle 5 e si propone quale falso destinatario del consegnato ravvicinato di Tagovailoa, viceversa reale proprietario della palla e marcatore di corsa breve del primo touchdown stagionale dei Dolphins (7-0). Ad accontentare Mac Jones ci sono invece Meyers (3rd e 1) e Stevenson, fin troppo generoso nel voler chiudere al primo colpo un 1st e 10 che, quasi sul traguardo, schizza dalle sue alle mani di Sieler: Van Noy risistema lo status quo con il sack dell’ex a Tagovailoa, Mac Jones cambia sprinter in Damien Harris (3rd e 1) e non teme la prevedibilità di azione di un medesimo ricevitore, Meyers, su un doppio 3rd down. Tempo di calciare (Folk ok dalle 27, 3-7) quando anche Jonnu Smith perde l’ovale - ripreso da Andrews - contro Holland e Patriots troppo distanti dai pali sul muro di Ogbah al 3rd e 6 dalle proprie 36 di Mac Jones. Dall’altro lato più alla portata di Devin McCourty (intercetto sfiorato) che di Waddle un 3rd e 5 di Tagovailoa e, per gli arbitri, più roughing the passer che sack il contatto tra Roberts e Mac Jones, stretto quindi dalle 7 per Agholor con la collaborazione di una scivolata di Van Ginkel per il 2nd e goal del +3 New England. Waddle stavolta visto giusto sulla distanza da Tagovailoa, sostituito da Brissett per i secondi opportuni al superamento di un 3rd e 1 e sackato al rientro da Uche quando però Miami ha già fatto il possibile per il field-goal di Sanders dalle 48 (10-10). Più di quanto umanamente prevedibile, invece, la presa volante di Parker al rientro (3rd e 8 da 30 yards), con Malcolm Brown a dar manforte dinamica a Gaskin/Ahmed tra le linee di casa e Waddle a fermare, in prossimità del paletto angolare della endzone un esterno basso di ardua governabilità contro Joejuan Williams (17-10 Dolphins). Damien Harris (3rd e 1) via di quinta marcia per riparare all’holding di Brandon King sul ritorno da 23 yards di Bolden, in compagnia di Mac Jones e Agholor/Bourne (65 yards in tre down consecutivi): Belichik coinvolge gente diversa (White, Henry) ad ogni snap, Sieler salva Miami dalla bambola tirando indietro Damien Harris per il field-goal di Folk (13-17), ma Phillips e Van Noy, fermando Ahmed, lasciano rapidamente senza punti e possesso i Dolphins. Flores chiede allora alla difesa il gap di ritmo che manca per fare partita pari con gli avversari: se Henry è però autoriale in presa bassa da 3rd e 5 e i Pats sferragliano con Jonnu Smith e Damien Harris fin sulle 15 ospiti, a segnare deve pensarci ancora Folk al piede dalle 33 (16-17), un male passeggero perché una flag contro Kindley rovina l’annullo al millimetro di un 3rd e 2 (Gesicki) e Jonathan Jones intercetta subito dopo - grandioso Judon in pressione feroce su Tagovailoa - un 3rd e 7 due volte punitivo per i Dolphins, sempre più dunque a soffrire in retrovia contro Damien Harris, almeno fino a quando Xavien Howard non ne incrocia il passo sulle 11 ospiti rubandogli la palla decisiva. Per il runningback di New England quarta partita in carriera sopra le 100 yards di fatturato, ma nessuna festa. Vince Miami 17-16.
Fabrizio Mancini
Comentarios