Facile piacere contro Falcons e Lions, come facile però – i 49ers di domenica scorsa a Detroit – anche mollare totalmente di concentrazione sul +24 e doversi riprogrammare nel finale per il ritorno ex novo ad un impegno ormai svanito evitando così, ma con troppo affanno, di farsi clamorosamente raggiungere. Philadelphia, invece, che ad Atlanta svolge seriamente fino all’ultimo field-goal i propri doveri, oggi ci mette medesima applicazione, commisurando con giudizio il valore della prestazione al livello di una partita molto più impegnativa, ma spreca quanto contro certe avversarie non bisognerebbe: Sanders e Gainwell in vetta a due 3rd down per il calcio di Elliott dalle 45 e Hurts giù per 12 yards (3rd e 4), lungo da 26 (3rd e 7) su Watkins, quindi – dalle 36 - esterno per il touchdown giallo-flag di Reagor. Kinlaw, allora, blocca il field-goal del meglio che niente a Elliott e Flannigan-Fowles piomba su Goedert che, altezza 35, ne aveva ricoperto il rimpallo. Fallo in attacco anche di là per Sanu, alleato infedele di Garoppolo, passato su un 4th e 1, mentre Warner – ristretto nella sua ultima yarda -, insabbia (contro Sanders) un’interferenza di Norman su DeVonta Smith e Greg Ward, da quarterback, lancia da Hurts, ma in tribuna, un dissennato trick-play da 4th down. Garoppolo allora si industria fin dalle proprie 10 con Samuel (3rd e 3), Kittle e Hasty poi, all’atto del congedo-drive, accorcia stretto da Jennings – contro un passivo Nelson - il 7-3 49ers: il sack di Bosa a Hurts genera invece un fumble recuperato da Stoll, stessa refurtiva che Mack renderà a Kittle, affrontato da Maddox e Eric Wilson. Aiyuk ora, con Deebo Samuel, ad occuparsi di un altro paio di terzi down: per l’altra metà del guado il ponte levatoio di passaggio per l’ultima yarda lo calano generosamente due flag (Cox e Anthony Harris) per l’elezione di Garoppolo ad una breve immissione in endzone (14-3 Niners), quindi Bosa mette disteso Hurts e gli Eagles fanno uso di troppo vistose maniere forti su un fumble fuoriuscito prima dalle mani di Hasty - colpito senza palla da Barnett -, poi dal campo. 15 secondi e seconda violenza non necessaria (Wallace su Sermon), con Mitchell a sgambare per le 27 e Gould tra i pali dalle 46 (17-3): Jimmie Ward, però, ne fa scioccamente scontare una per entrambe a Hurts, sciagura assoluta per i 49ers, lisci con Warner su Goedert, quindi infilati di run-touchdown proprio da Hurts e, in aggiramento da conversione, Gainwell (11-17). Mitchell e Juszczyk, perciò, gli addetti di Shanahan alla consumazione del down di avvio dell’ultimo drive: Garoppolo, oltre un 3rd e 1, paga il conto. Vince San Francisco.
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