Curiosità e tanto godurioso scetticismo critico su questi nuovi Patriots guidati da uno che non fa una partita da un anno e completamente un’altra squadra rispetto all’ultima sfida con i Dolphins – ultimo turno del torneo 2019 -, il preludio al fallimento newenglandiano in quei playoff e all’addio di Brady dopo un ventennio di successi. Quello che non gioca da un anno parte con un sack (Baker), ma arriva con due touchdown e la migliore media-team sulle corse (15 per 75 yards): due le timbra a inizi secondo quarto nel drive del 7-0 (collaborano Burkhead e un blocco di Eluemunor), poi Wilkins lo sacka ancora recuperando per Miami la palla intercettata neanche due minuti prima da Gilmore a Fitzpatrick che, tra una corsa di Gaskin e una di Breida, smarca poi Preston Williams oltre le 30-Patriots per il field-goal del 3-7 di Sanders. Altro scambio di cortesie nel finalissimo del parziale: Fitzpatrick prende un secondo intercetto da Phillips, Edelman si arresta sulle 27 e Folk spara out il calcio da 3 dalle 45.
Alla ripresa del match Newton, tempo di riacquisire le 25-Dolphins con White, Edelman e Michel, si rimette a far da solo (due run per 17 yards e 14-3), pentendosi di non insistere con l’egoismo all’atto di chiudere un 1st e goal sull’ultima yarda di Miami, difesa con fumble (Harry) di nuovo da Baker. Gli ospiti risorgono d’improvviso: due pass-interference di Gilmore e Brooks, altrettante volate di Breida, lo spunto breve del 9-14 di Howard e la conversione palla in mano di Fitzpatrick. New England corre ancora (White, Burkhead, ovviamente Newton e, a seguire la pesantissima flag contro Baker su un 4th e 1 altezza 5, Sony Michel) e, risalita a +10 (21-11) intercetta Fitzpatrick (e siamo a tre) con Jackson sulle 10-Patriots.
Fabrizio Mancini
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