Quest’anno potrebbe essere più semplice del solito fare pronostici sulle gerarchie in AFC South, con i Titans che hanno preso Clowney, Indianapolis che non è rimasta a piedi con il quarterback proprio alla vigilia come le accadde 12 mesi fa, Houston che ha perso Hopkins e i Jaguars sulla carta pesantemente indeboliti da mercato in uscita e dissapori giocatori-proprietà. Oltre che subito sfiancati quest’oggi dalla galoppante intensità – durerà poco - dei Colts: Hines in touchdown a lacerare il placcaggio di Jarrod Wilson dopo tre minuti (7-0), ma anche allontanato più tardi dalla endline dai due Jones di Jacksonville, Abry e Josh, nel down che già qui avrebbe potuto indirizzare in altro modo la partita. Sapranno ancora fronteggiare molto bene le avversità i Jaguars, con l’intercetto di Stewart a Rivers per ripartire dal sack di Autry a Minshew che, tornato dentro, dall’appetibile zona di campo procacciatagli dalla doppia run (15 yards) dell’imprendibile rookie Robinson, lancia a Chark la super-palla a scendere del 7-7. Rivers divide i suoi attaccanti tra pass (Campbell) e ancora corse (affonda Taylor, Wilson lo spinge fuori soltanto sulle 2): se poi, però, da lì vicino Jacksonville lo fa dialogare comodo sull’esterno con Hines, Indy segna il 14-7 senza quei problemi difensivi successivi che, dall’altra parte, trova per fermare Minshew su Cole/Chark e nella lettura della bella presa di taglio di Shrenault (altro rookie-Jaguars) per il ripristino del secondo pareggio (14-14). 98 secondi da sfruttare e 67 yards da percorrere da Indianapolis prima dell’intervallo: quando 25 le ritorna Dulin, a Rivers basta prendersene anche meno (con Hilton, Pascal, Doyle e Hines) per vedere Blankenship segnare il field-goal del +3 (17-14) allo scadere del secondo periodo. Indy scherza ancora troppo con questi Jaguars che ci stanno mettendo cuore a iosa: Houston sacka Minshew, Rivers-Doyle salgono nelle 35 avverse (4th e 1), ma una Illegal Formation arretra i Colts di 5. Blankenship toppa da vicino – 30 yards – il calcio del +6: di medesima specialità Lambo impatta a 17 perdonando un altro sack (Willis) a Minshew. Di quegli handicap che menzionavamo a inizio articolo i Jaguars sono perfettamente al corrente: per concorrere in una Division che, almeno sulla carta, li prevede sul fondo della classifica, l’atteggiamento deve essere quello di fregarsene di flag in serie (Herndon, Jack e Smoot) e dei problemi fisici di Wilson (Indy, di contro, nel primo quarto ha perso Mack), pensare senza rimpianti solo allo snap che verrà per, magari, intercettare con ritorno da 16 yards (Chaisson, terza matricola decisiva per Jacksonville) Rivers su un 4th down nelle intenzioni diretto a Pascal. E se gli arbitri, proprio ora, ti fischiassero contro un’altra penalità (Hayden) salvando i Colts da un turnover già festeggiato? Fa niente: il risultato può cambiare pro-Indianapolis, ma solo di 3 punti se Chaisson e Jack tengono forte su Taylor e Hines e addirittura rovesciarsi quando i Colts subiscono la run dirompente di Robinson, non bloccano Miller su un 3rd e 2, prendono flag contro (Moore), sull’ultimo gioco si ammassano tutti in copertura centrale lasciando immacolata la traiettoria d’angolo Minshew-Cole dalle 22 (24-20) e, ritrovato il possesso, lo restituiscono presto per un nuovo intercetto di Wingard a Rivers da cui il field-goal finale di Lambo, l’ennesima reazione di Jacksonville ad un sack a Minshew. 27 Jaguars 20 Colts.
Fabrizio Mancini
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