Lo scorso anno lo fecero penare fino ad agosto per rinnovargli di un anno, e molto malvolentieri se ricordiamo bene, il contratto. Sei mesi dopo i Detroit Lions tagliano del tutto Damon Harrison, alzando di 8 milioni e mezzo di dollari, altrimenti irrecuperabili fino al 2022, il livello del loro salary cap.
Rescissioni parimenti pesanti arrivano anche da Minneapolis, dove 'salta' Everson Griffen (Minnesota non si avvale dell'opzione di estensione a sua disposizione), tra i migliori Vikings della stagione 2019, e da Washington: qui tutto piuttosto prevedibile, con l'addio a Jordan Reed, presenza ormai problematica in casa Redksins per la difficoltà del giocatore di recuperare appieno dall'ennesima commozione cerebrale della carriera, datata addirittura agosto scorso nell'unica partita di preseason (contro i Falcons) disputata dal tight-end da Florida. Per sostituirlo Daniel Snyder starebbe trattando David Njoku, free-agent a marzo a meno dell'esercizio, anche in questo caso come per i Vikings con il succitato Griffen, dell'opzione di rinnovo (difficile) che Cleveland vanta nei suoi confronti.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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