Prima di prendere provvedimenti seri contro il Coronavirus la NBA ha consentito a Gobert di fare il gradasso con i microfoni della sala stampa e di burlarsi dell’ipotesi-contagio, purtroppo tutt’altro che una fantasia. La positività successiva del francese degli Utah Jazz e del compagno di squadra Donovan Mitchell ha aperto gli occhi a parecchi e dal basket all’hockey, dal soccer all’hockey finalmente ci si è convinti della necessità di un intervento forte, pur se tremendamente sconveniente per chi regge le briglie di ogni singolo sport a stelle e strisce. Baseball e football, in questo momento in offseason, hanno avuto la fortuna di adeguarsi in maniera piuttosto indolore: lo abbiamo scritto anche qui, preoccupandoci però solo della NFL e non considerando invece come la XFL stesse disputando il suo regolare campionato, con rischi dunque analoghi a quelli corsi e subìti dalla NBA. Le due leghe, infatti, hanno registrato, praticamente in contemporanea, i casi di due giocatori positivi al Covid-19: uno, ancora anonimo e asintomatico, dei Seattle Dragons, l’altro – l’ala Christian Wood – dei Detroit Pistons, viceversa colpito da un attacco febbrile.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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