Lo Scouting Combine di Indianapolis è la Wall Street del football, primo vero luogo di contrattazione della stagione, il posto più comodo in cui, con la scusa di testarne le qualità atletiche, si possono incontrare i rookie e trattare con i loro agenti. Un vantaggio da non sprecare, poi, se al Draft hai la chiamata numero 1, con la quale nessuno ti può strappare l'oggetto dei tuoi desideri tecnici, che quest'anno - per chi ha bisogno di un quarterback capace di fare tutto, compresi touchdown a decine - risponde al nome di Joseph 'Joe' Burrow. E a Cincinnati, evidentemente, uno così serve davvero, se ieri coach Zac Taylor, patron Mike Brown e Brian Callahan, l'offensive-coordinator dei Bengals, si sono intrattenuti con Burrow per una mezz'ora circa, per poi elogiare il loro interlocutore al pari di Tua Tagovailoa e Justin Herbert (gli altri due pariruolo più ambiti del lotto), giusto per non far capire a nessuno che alla fine, a Las Vegas, il prossimo 23 aprile, sceglieranno il 24enne da LSU. In tal caso Cordy Glenn non sarà un suo compagno di squadra: i Bengals lo hanno infatti risolto consensualmente, recuperando sul proprio salary cap 9 milioni e mezzo di dollari.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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