In stagione hanno fatto credere a Saints e Chiefs di esser loro inferiori, poi la doppia rivincita tra Divisional e Superbowl. Brady-Gronkowski senza età, gli stessi di sempre anche agli antipodi di Foxboro e Buccaneers Campioni (31-9) in casa (si giocava a Tampa), 18 anni dopo quel 48-21 di San Diego ai Raiders con Brad Johnson a lanciare per i Pirati di Florida e a portarsi a casa il suo primo e unico titolo di carriera. Presto, invece, a Brady – visto che a 43 anni di smettere non pare volerci pensare - servirà una terza mano per infilarsi nelle dita tutti gli anelli conquistati e conquistabili in carriera: Kansas City, di contro, detronizzata e depotenziata, con troppe flag a debito nonostante un Kelce abbandonato da Mahomes, eppure irriducibile con 133 yards ricevute, una statistica miracolosa al riepilogo conclusivo di una partita nella quale i Chiefs segnano solo al calcio. Numeri ed episodi che, inizialmente, sembrano voler gratificare KC: sack di Clark a Brady e offside difensivo di Pierre-Paul con il field-goal del 3-0 di Butker dalle 49. Breeland pareggia suo malgrado la flag e Tampa Bay approda nelle 25-Chiefs con Antonio Brown e Brate: Gronkowski taglia invisibile un 2nd e 5 corto e stretto dalle 8 (7-3 Buccaneers), mentre Chris Jones si accolla una violenza non necessaria riparata dall'opposizione di Hitchens (2nd e goal in endzone) a Haeg e Wilson che, con Kpassangon e Niemann, erige una insuperabile diga di sbarramento alle due run ravvicinate (3rd e 4th e goal) di Ronald Jones. Kansas City macchia di giallo indelebile anche uno snap-fumble da punt recuperato da Townsend, l’intercetto di Mathieu (holding di Ward) e, addirittura, con l’offisde di Hardman, il field-goal (a segno) di Succop: Brady rientra e staffila dalle 17 da Gronkowski in touchdown (14-3 Buccaneers), di là Mahomes supplica con insistenza Kelce e corre con Edwards-Helaire per il colpo al piede di Butker dalle 34 (6-14). Per l’intervallo ci sarebbe tempo appena sufficiente (61 secondi) perché Tampa Bay si allontani ancora, magari anche solo di 3 – mica detto, però - senza due gravosissime pass-interference su Evans (Breeland e Mathieu) e una corsa di Fournette: Brady, così, stringe in endzone per Antonio Brown uno sconfortante (per KC) +15 dietro al quale Reid manda all’arma bianca Edwards-Helaire (36 yards) e Darrel Williams (field-goal Butker, 9-21). Fournette è la contromossa di Arians: 3rd e 4 da 12 yards, 27 poi in aggiunta sul bloccone di Marpet (28-9 Tampa) e Mahomes precipita nell’incubo in meno di un minuto tra il sack di Barrett e l’intercetto – su Hill –, toccato da Mike Edwards, di Winfield. Al risveglio leggerà 31 (a 9) sul lato-Buccaneers del tabellone perché Fournette non si ferma e, con Brady al tuffo protettivo su un ovale in decollo da snap, Succop centra i pali da oltre metacampo. Sempre più un topo impazzito in un labirinto senza uscita Mahomes: Hill (2nd e 15) gliene indica una praticabile, Pringle esce dall’ultimo angolo pre-touchdown con un 3rd e 9 inconcluso tra le mani e Gholston lo demolisce il quarterback di Reid rettificandogli in peggio l’ultima assistenza per Darrel Williams. Le flag restano un impiccio grosso per Kansas City (holding di Remmers e 2nd e 20), non parliamone neanche se abbinate al sack-split di Suh/Gill: Winfield prima di Hill sul 4th e 10 lungo dalle 27-Bucs, ma Robinson raccoglie esterno un down estremo più ridotto (e 3) e White, proprio sulla endline, intercetta il 2nd e 6 terminale di Mahomes per Kelce. Superbowl a Tampa Bay, il settimo assoluto in carriera su 10 disputati per Brady. L'Intramontabile.
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