Raramente quest'anno Green Bay ha giocato un football scintillante ma, se ha vinto tante partite e se Rodgers, che è un quarterback stellare, non è che abbia poi così tanti attaccanti del suo livello - a parte Adams, Aaron Jones e, in parte, Allison -, i motivi principali sono da andarsi a cercare in altre zone del campo e, soprattutto, appena fuori dal campo, visto che i quattro moschettieri citati erano già componenti di lusso del roster 2018 dei Packers. Li allenava anche McCarthy, insomma, e non è che la scorsa stagione, come nel primo drive di questo match da Divisional Round contro i Seahawks, non sapessero correre - Jones, 23 yards -, lanciare - Rodgers - o ricevere - Adams, 14 sulle 38 di Seattle e in endzone un 3rd e 7 liftato dalle 20, 7-0 Green Bay dopo 4 minuti e mezzo -. Serviva chi sapesse completarne il lavoro entrando al loro posto: Za'Darius Smith, che sacka Wilson, Alexander che disarciona Hollister, pur se il challenge non dà la persa ai Seahawks, i 'nuovi' (Goodson) che danno l'esempio giusto ai 'vecchi' (Clark) fermando le corse di Marshawn Lynch pur senza annullare del tutto gli effetti di una flag contro King, che Myers ridimensiona nel field-goal del 3-7 dalle 45. Rodgers e Adams riscaldano un Lambeau Field sottozero (-7) scavalcando il primo quarto e il confine territoriale dei Seahawks, che ci rimettono di brutto nello scambio di yards di penalità Griffin-Ford/Jenkins e resistono per ben 3 down agli urti ravvicinati di Aaron Jones, l'ultimo dei quali, però (contro Wagner e Jefferson), significa 14-3 Packers. Wilson, se Za'Darius Smith non lo butta giù, fa capire di poter prima o poi venir fuori: e se funziona lui Carroll riconosce anche Metcalf, Moore e il solito, ottimo Lockett. Myers, ahilui, sballa il calcio dalle 50, mentre Green Bay imperversa senza intoppi nelle rispettive specialità dell'azienda Adams-Jones e Clowney strapazza Sternberger con un facemask di cattiveria esagerata. Rodgers, sulle 13-Seattle, non ha da inventarsi niente, se non una corsettina da 2 yards: palla - tre volte - all'altro Aaron e Green Bay sul 21-3, protetto fin negli spogliatoi dell'intervallo dal sack di Clark a Wilson. Homer taglia il nastro del terzo quarto e, di ritorno, il campo per 21 yards, Wilson se ne beve 22, 28 le piazza tra le mani di Metcalf e - 4th e 1 sulle 5 - Lockett, con Lynch che dà il colpetto finale del golfista ad una pallina praticamente in buca. E' di là che Seattle resta invece quella del primo tempo: Graham rompe la monotonia dei giochi di Rodgers e Adams scova un bel sentiero centrale nel quale scattare dalle 20 in endzone, irraggiungibile per Flowers e Diggs. Mollare già a -18 e con un quarto e mezzo da giocare ancora? Una blasfemia per le credenze di coach Carroll: Wilson è come lui, Homer e Hollister danno il loro, Lockett aspetta in touchdown l'assistenza dalle 10 del 17-28 e Wagner si tuffa parallelo al terreno per intercettare - invano - l'ennesimo piccione viaggiatore di Rodgers a Adams. Cuore Seahawks, resilienza Packers: Wilson da Lockett, Metcalf, Hollister e, largo, prima che Clark gli piombi frontalmente addosso, Homer. Preston Smith lo sacka in fase di conversione - ma Lynch è già andato dentro dalle 5 per il 28-25 - e, di nuovo, su un 3rd e 5 a 3'22 dalla fine che Carroll, anzichè azzardarsi il 4th down, rimanda da Rodgers, Jones, Adams - 3rd e 8 da 32 yards - e Graham - 3rd e 9 al nanomillimetro, con tanto di rivisitazione arbitrale al video -. Vincono i Packers. Per loro, adesso, Championship Game a San Francisco.
Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL
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