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Fabrizio Mancini

Rimonta-Niners, sventato in extremis il secondo ko di fila in casa

Ritornare in un posto a distanza di troppo poco tempo dall'ultima delusione (la prima sconfitta stagionale, in casa e all'overtime dopo aver sbagliato il field-goal che avrebbe prodotto il risultato opposto) lascia scorie difficili da tirarsi via dalla testa. Ancor peggio se al Levi’s Stadium i 49ers ci incontrano gente (Kyler Murray, altra prova di eccellenza assoluta, con i suoi agguerritissimi Arizona Cardinals) che, con sguardo sprezzante e atteggiamento bullesco, vorrebbe volentieri infligger loro un secondo dispiacere. Ai Niners non viene incontro nè il replay correttivo di una chiamata a favore (un fallo di Sherman su Kirk incredibilmente ignorato in presa diretta), nè una flag contro i Cardinals (Kirk) che rimpicciolisce il touchdown di Clay nel field-goal di Gonzalez dalle 26, perchè Murray telecomanda palloni perfetti su Cooper (18 yards San Francisco) e Fitzgerald (endzone). L'errore all'extrapoint (9-0 Arizona in totale) potrebbe essere un piccolo, significativo punto di partenza, ma gli arbitri non ascoltano le lamentele di Mostert che, a suo blaterare, non controlla un 4th e 5 perchè ostacolato fallosamente da Reddick. Hicks sacka Garoppolo, mentre dall'altra parte Murray corre come il vento, divide un 3rd e 10 tra KeeSean Johsnon e Daniels e serve il 16-0 a Cooper che finta di corpo su Ward lasciandolo fermo e penetrando in touchdown. E' ora che i Niners, prendendo ispirazione, magari, dalla partita - da poco terminata - vinta da Minnesota sui Broncos, si tirino su: Arizona arranca su James e Juszczyk (rientro provvidenziale per Shanahan) e non arriva a chiudere su Dwelley, un'egregia imitazione di Kittle, mentre Ford sacka Murray e Garoppolo, con Sanders, Samuel e ben tre penalità affibbiate ai Cardinals, si infilano in spogliatoio sotto di appena 6 punti. Una manna il field-goal di McLaughlin dalle 43, se non altro perché un holding di Richburg invalida il touchdown di Dwelley, sempre comunque disponibile a riceverne, appena possibile – al quarto minuto del penultimo periodo -, quello buono da Garoppolo. Coleman, Sanders e Juszczyk sono tre dardi perforanti per la resistenza di Arizona: Murray è invece ormai nel mirino della difesa californiana (sack da Buckner), ma se gli riporti per errore (intercetto di Hicks a Garoppolo con super-ritorno da 48 yards) la palla, con Isabella e Drake è semplice accaparrarsi il poco campo utile per mandare al field-goal del 19-17 Gonzalez. San Francisco, però, è preparata per un altro arrivo allo sprint: Garoppolo prende sack da Jones, ma manda profondi a dichiarare guerra all’intera Arizona Mostert, Samuel e Bourne. Per quest'ultimo invito ripetuto dopo il touchdown, utopica però la presa del passaggio di conversione: estremamente reale, viceversa, il 3rd e 2 attraversato da Drake e folgorante la run dalle 28 di Murray in endzone(26-23 Cardinals) e l'intercetto di Thompson (tocco preventivo di Baker). Come il field-goal di McLaughlin a metà match pesantissimo quanto a rilevanza anche il sack di Armstead: Arizona cede il passo a Samuel e Dwelley e resta sulle gambe quando deve leggere il taglio di Wilson sulle 21 da cui la run in touchdown. 30-26 San Francisco, ancora tuttavia in apnea nonostante il fumble di KeeSean Johnson tirato giù da Moseley e incornato da Demontre Moore (ricopre Tartt). Per i Niners la respirazione regolare tornerà solo all'ultimo secondo, assieme al touchdown 'rubato' da Reed ad un pugno di yards dalle endzone-Cardinals.

Fabrizio Mancini Le lunghe notti della NFL


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