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Fabrizio Mancini

Panthers, tutto benissimo tranne Slye

Data la differente qualità di materiale umano a disposizione coach Rivera capisce e coordina meglio di Payton la partita e, per la maggior parte della sua durata, Allen funziona più di Brees. Vincono i Saints, però, perché poi in confronti sbilanciati come questo i più forti sbagliano meno e non sbagliano mai quando è il caso di non sbagliare. Bravi anche a rispettare gli avversari i nerodorati di casa e a cercarsi con la forza della loro superiorità il sistema migliore e, possibilmente, più rapido per toglierseli di torno quantoprima, anziché aspettare l’arrivo dei colpi risolutori da altre parti, fischi arbitrali inclusi. Benissimo Ginn, infatti, al di là di due 3rd e 11 negli altrettanti drive del 14-0 New Orleans, tra le proteste (legittime) dei Panthers che, sul punt intermedio di Morstead, mancano con Gaulden la cattura della palla (ricoperta da NO) per una chiarissima interferenza di Gray, la poderosa run in touchdown di Murray e le 22 yards di passaggio di Brees a Tre’Quan Smith in touchdown. Allen raddoppia ampiamente la gittata (51 yards) e Moore la spunta troppo comodamente pur se sembrerebbe apparentemente in trappola nel mirino di Marcus e P.J. Williams: meglio di così solo l’extrapoint a segno di Slye che, invece, devia di lato. Rivera viceversa soddisfattissimo del sack di Irvin a Brees (Lutz dentro con il field-goal) e dei completi di Allen per Olsen, Wright e Samuel, con Slye a bersagliare correttamente i pali dalle 41 (17-9 Saints) e McCaffrey a sfuggire sistematicamente, alternando tagli e run corte (con il touchdown di quota 15), alla difesa avversaria. Allen esce esterno, ma non converte per Moore, Brees ricomincia da Kamara e Murray strappando il 24-15 dalle 28 con Jared Cook. McCaffrey ancora al galoppo (23 yards), ma per i 3rd down Allen preferisce Moore: il field-goal del -6 è di Slye dalle 52, Kamara, Brees e Michael Thomas ripristinano i (quasi) due possessi di margine (31-18), un limite oggi evidentemente invalicabile per New Orleans se, proprio come sullo 0-14 di inizio match, Carolina tira fuori ancora un grande attacco aperto da White con punt-return da 27 yards, Moore si inventa una catch and run da 52 e lo slalom di McCaffrey rosicchia altri 6 punti ai Saints senza però che, secondo ricorso storico, Slye vi sommi il settimo addizionale (nuovo extrapoint out). Perde la calma anche un monaco tibetano come Brees: troppa fretta, pensando che il -7 sia un divario gestibile e non di certo che Boston lo possa intercettare, per l'innesco peraltro di una serie di eventi tragici, dalla flag per pass-interference in endzone (Marcus Williams su Samuel) al 4th e goal da touchdown Allen-Moore, fino all’ultimo ma non ultimo 4th e inches non valicato da Kamara. Panthers ormai inarrestabili: Olsen riceve sulle 12-Saints, Rivera chiama challenge e ottiene flag a favore (Gardner-Johnson su Wright) su un 3rd e 3 altezza 5, è decisivo per un altro errore (stavolta al field-goal con 116 secondi da giocare) di Slye il sack di Davenport (3rd e goal). Burns prova a rimediare con un sack sulle 14 di New Orleans, ma è l’ultimo bonus che Brees abbona agli avversari: 3rd e 6 da Thomas, 25 yards alle spalle di Kamara per le ultime 15 e Lutz che calcia meglio di Slye il 34-31 dalle 33.

Fabrizio Mancini

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