Vincere sempre: il destino dei Cowboys nell’attesa, finora, semi-vana, che Philadelphia prima o poi smetta di farlo, pensando anche però a rispettare come si deve anche un derby con l’ultima squadra della classifica generale, Houston. Il messaggio parte da Elliott e gli ritorna via Lamb, è tardi per chiudere sulla reverse di Pollard dalle 11 quando Pitre riesce a sporgersi oltre l’autoritario blocco di Steele (7-0 Dallas), ma Turpin arriva incerto su un punt di Johnston e fa ancor peggio in fase di rimedio: Cashman così ricopre, Driskel smuove Chris Moore e Pierce entra ad ariete alla figura di Gallimore (7-7). Houston, incassato l’ok anti-challenge alla bontà di un controllo a terra da 36 yards ancora di Moore, non chiede la luna ad Ogunbowale (field-goal di Fairbairn, 10-7 Texans), più esose – ma pure accontentate – le pretese di Prescott a Noah Brown (3rd e 12 iperquadruplicato) e troppo delicate le mani con le quali Desmond King dovrebbe frenare il secondo scatto-touchdown di Pollard (14-10 Cowboys). Pierce, di là, non rotola tutto intero di là di un 4th e 3, la contromisura di riacquisizione-palla di Stewart è una deviata dell’esterno corto Prescott-Noah Brown nelle fauci dell’intercetto di Tremon Smith, con Donovan Wilson battuto in altezza da Amari Rodgers sul 2nd e 11 di Driskel, allargatosi fino al limite ultimo della tasca (17-14 Houston). Prescott ci riprova con successo da Noah Brown, il contatto con Pitre già in endzone causa un drop da maldicenze di Schultz, Maher almeno centra i pali per il pari a 17 ed è Mills, con Moore, Dorsett, il gradito inserto intermedio di un offside di Armstrong e il field-goal del 20-17 di Fairbairn da centrocampo, a portare alla chiusura l’ottimo primo tempo dei Texans. Si ricomincia dalla strattonata-fumble di Donovan Wilson a Pierce raccolta da Diggs, ma King/Christian Harris tengono duro sulla run di Elliott dalla minima di un 4th e goal e il rientrante Driskel accasa quindi da Rodgers un 3rd e 6: sempre più complicati i colpi al piede di Fairbairn, qui ok dalle 54 (23-17 Texans), contrariamente alla facile sortita fuori da un 4th e 1 di Prescott, subito dopo all’appoggio lungo per Gallup e il 20-23 di Maher ad attenuare la paura di una nuova toccata-Texans da quasi intercetto. E’ con modalità da sack-fumble, al contrario, che Okoronkwo disturba (da fumble, ricopre Ball) nell’esecuzione di un 1st e 10 il quarterback di casa, appena dopo intercettato davvero da Tremon Smith: bellissima altresì la finta con cui Moore secca Hooker, mettendo però giù prima della endline il ginocchio sul tackle di supporto di Watkins, con il duo Barr/Gallimore a ricacciare indietro un 4th e goal di Driskel dalle 3. Sono Schultz/Noah Brown ormai i primi prediletti di Prescott, Owens per giunta toglie in endzone a Gallup l’ovale di un touchdown soltanto da controfirmare: per il sorpasso-Cowboys urge dunque una delle run travolgenti di marca-Elliott come, magari, due false partenza di fila di Tunsil che – 2nd e 20 – lasciano a Mills la sola opzione di un Hail Mary dalle sue 46 intercettato da Mukuamu. 27-23 Dallas.
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