Perde, ma con i suoi Eagles non può davvero prendersela coach Sirianni: Philadelphia sempre meglio da qualunque parte del campo la si valuti, Buccaneers fino all'ultimo con il dubbio di cedere palla in qualsiasi momento di quei quasi 6 minuti finali (e altrettanti punti di vantaggio) nei quali Brady attraversa con in mano il cronometro 3/4 di Lincoln Financial Field, fermando le operazioni solo allo scoccare del Two-minutes Warning. Ma il suo inizio è d'assalto: 48 yards per Evans e Godwin, poi la finta di pass esterno per un lato della endzone su simulazione di run nelle 5 e il 2nd e goal che, scavalcando Kerrigan, raggiunge dall'altro Howard (7-0 Tampa Bay). Cockrell, poi, sfiora appena il lungo di Hurts per Watkinks (3rd e 12 da 23 yards sul contatto-infortunio di Sherman), al fallo di Dean su Reagor nelle 5 da altro profondissimo segue l'esterno largo del 7-7 per Ertz. Godwin si propone allora per un 3rd e 2, la secondaria-Eagles non avanza per tempo a stringere su Antonio Brown su un 1st e 10 centrale dalle 23 (14-7), come troppo tardi Epps tira su dall'erba un intercetto a Brady calato di traiettoria per la deviazione alta di Singleton e rinnegato dal review. Dean, invece, senza replay, riceve palla nemica da Hurts in anticipo su Watkins: l'altra endzone è distante, ma Brady la porta lentamente a sè con Brate/Antonio Brown a preludio delle run di Fournette dalle 4 al touchdown (21-7 Bucs), poi - insolitamente - non resiste alla fretta di andare lungo a sua volta con oltre un minuto pre-intervallo da giocare e Anthony Harris intercetta. Per Tryon sono già troppe le 6 yards di un 3rd e 10 che Hurts prova a scalare in solitaria, Vea ancor meno permissivo su Sanders, mentre Fournette se ne sbafa 26 (doppio 3rd e 1) per il gran centrale di Brady a O.J. Howard e una flag contro Phila (Slay), che ancora Fournette traduce in touchdown dalla minima distanza possibile (28-7). Tampa Bay ancora oltre le norme del gioco sulla frizzante fisicità di Reagor (interferenza di Mike Edwards), Dean vince con Watkins la lotta per il pallone (3rd e 3) in fondo alla endzone e Hurts ci corre internamente di 4th down slargando appena su Pierre-Paul (14-28). Replay pro-Eagles, stavolta, per l'assegnazione di un 2nd e 13 da 24 yards con cui Hurts - su Watkins - recupera anche dall'holding in punt-formation di Josiah Scott: Vea/Barrett lo sackano, ma - quel che è peggio -, Elliott non trasforma al piede dalle 46. Phila, dunque, ancora a inseguire la ricomposizione di un sanabile intervallo-punti: Donovan Smith inciampa su una flag inutilizzando la run di Ronald Jones, Sanders invece giù libero per 37 yards, Hurts dentro al centro con passo preliminare di mossa esterna e Watkins in tuffo di conversione su Dean (22-28). Come detto, a Brady ora interessa che il tempo proceda più rapido del cammino dei Buccaneers sul campo: comunque non la genialità del giorno il -15 che Avery si fa addossare dagli arbitri per qualche parola gentile dedicata a Fournette dopo un promettente - per Philadelphia - 1st e 10 da 2 yards appena, mirabolanti le ricezioni di Antonio Brown e Brate per le 6 al Two-minutes Warning. 28-22 Bucs finale.
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