New Orleans li ha (ri)creati due settimane fa, New Orleans li distrugge due settimane dopo. Uno sganassone a mano piena ai Falcons glielo avevano già assestato domenica scorsa i Tampa Bay Buccaneers, i Saints la loro vendetta se la prendono però in modo più sottile. Responsabilizzando i loro preparatissimi operai specializzati (Taysom Hill e Cook) e lasciando in ufficio, ma non di certo con le mani in mano, i titolari d’azienda (Brees, Thomas e Kamara). Se gli altri non possono presentarsi alla contesa con Julio Jones, Davenport dopo 4 secondi di gioco sacka – con quasi-fumble – Ryan, Hill tocca con una mano il punt di Allen e, 4 down più tardi, incrocia verso Brees altezza 3 tagliando in touchdown, è ovvio che per New Orleans tutto comincia più semplice e il resto – i quattro colpi (punti) che Koo, infallibile coi calci da quando ha firmato con Atlanta, spara inesplosi al piede – arriva poi automatico. Assieme ad un pizzico di agonismo fuori controllo: flag a catinelle contro Lattimore, Bell e due volte Apple, che tuttavia ne sconta una sola, il 3rd e 8 lungo di Ryan a Ridley cui segue la presa centrale di Graham, invitato in endzone dalle 18. Koo mette fuori l’extrapoint e fa bingo al contrario con il field-goal di mancata replica a Lutz, una minima ma alla fine più che adeguata ricompensa per l’avanzata corposa di Cook sulle 10 di Atlanta, di nuovo convocato all’azione quando Brees sente scricchiolii forti dalla parte del campo dei Falcons. Payton va per terminare: Hill esegue correndo fino in fondo dalle 35 (17-6), Ryan cade da Hendrickson ma corre al di là di un 4th e 3 e con Blake, Gage e Hardy offre a Koo (dalle 45) la possibilità di un piccolo riscatto (9-17) a fine primo tempo. Kamara e Taysom Hill non si fermano più, pausa forzata invece per Brees (Campbell gli mura all’origine un passaggio da 3rd e 9): Lutz bombarda dalle 47, Tuttle e Gardner-Johnson intercettano Ryan, Davenport e Bell gli portano via palla. Di fatto non possiamo parlare di match-point perchè New Orleans capitalizza questi tre turnover con la realizzazione di due field-goal soltanto (Lutz dalle 42 e dalle 45 yards), funzionali tuttavia per l’abbondante ampliamento (26-9) del vantaggio dei Saints. Atlanta è alla disperazione, una disperazione che guida le gambe di Barner per un ritorno da 29 yards e ridesta l’ispirazione del braccio di Ryan (Blake, Brian Hill, Graham e, servito dalle 20, Gage in touchdown). La conversione tocca a Ridley, sbilanciato irrimediabilmente nella ricezione da Robinson: Atlanta può riazzerare subito con la ricopertura di Oluokun sul fumble di Kamara da kick corto di Koo, che andrà però di nuovo a calciare, non di più, dopo il Two Minutes Warning e un 4th e 14 Ryan-Ridley. 26-18 Saints.
Fabrizio Mancini
Le lunghe notti della NFL
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